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Il funzionamento della ghigliottina e teste decapitate vigili

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La ghigliottina è un dispositivo di esecuzione progettato per decapitare rapidamente la testa di una persona. Introdotta in Francia alla fine del XVIII secolo, divenne lo strumento principale per le esecuzioni durante la Rivoluzione Francese. Costruita con una struttura verticale di legno, che sorreggeva una lama pesante con un angolo inclinato. Il meccanismo era semplice ma efficace: 1. **Posizionamento del condannato**      - Il condannato veniva legato e fatto sdraiare su una panca scorrevole.    - Il collo veniva posizionato in un'apertura semicircolare sulla base della struttura. 2. **Blocco del collo**      - Una tavoletta mobile veniva abbassata sopra il collo per impedirne il movimento. 3. **Rilascio della lama**       - Un boia azionava una leva o una corda per sganciare la lama pesante, che cadeva lungo delle guide laterali. 4. **Decapitazione istantanea**       - La lama, grazie alla sua...

12 Creature Mitologiche che ti Osservano

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  1) Domovoj (Russia):  Il domovoj è nella mitologia slava è una creatura maschile - spesso di piccola taglia e coperta di peli - che alligna tra le mura domestiche e protegge l'unità familiare, (spesso nascosto sotto i fornelli). Queste creature, benché descritte come spaventose, in realtà sono delle forze positive. Di notte, in caso di pericolo sono note toccare il padrone di casa mentre dorme. 2) Menehune (Hawaii):  Il Menehune è un nano mitologico della tradizione hawaiana che vive nelle profonde foreste e nelle vallate nascoste delle isole hawaiane, lontane dagli insediamenti umani. I Menehune sono descritti come  superbi artigiani:  quando i coloni polinesiani arrivarono nell'isola furono sorpresi di vedere già edificati: templi, strade, ponti, peschiere e case. Chi creò tutto questo? Secondo la leggenda del posto furono i Menehune nativi del posto. 3) Tikoloshe (Sud Africa):  Un altro nano dall'aspetto non propriamente rassicurante, appartenente alla...

Vivere il Carnevale in Sardegna: un viaggio tra riti ancestrali e magia

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[Introduzione] Benvenuti in questo viaggio tra le tradizioni ancestrali e la magia del Carnevale sardo , un carnevale che affonda le sue radici in antichi culti pagani, ma che oggi si mescola con le celebrazioni moderne, mantenendo intatti i suoi simboli e rituali misteriosi. Il Carnevale in Sardegna è un viaggio attraverso il tempo, che affonda le radici in antiche tradizioni pagane, per mescolarsi con la modernità e le celebrazioni cristiane. In tutta l’isola, il Carnevale non è solo una festa, ma un vero e proprio rito di passaggio, che segna il ritorno della vita e la rinascita della natura. Ogni paese custodisce le proprie maschere e rituali, che raccontano storie di antichi culti, leggende e legami con il mondo naturale. Le maschere della Barbagia  Uno dei Carnevali più affascinanti della Sardegna si svolge nella Barbagia, una regione caratterizzata da tradizioni antiche e misteriose. Qui, le maschere più celebri sono i Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada, che ancor...

Il Paganesimo in Sardegna: Riti, Natura e Resistenza alla Cristianizzazione

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Introduzione Nel cuore della Sardegna, tra le montagne della Barbagia, si è mantenuta a lungo una forte connessione con la natura e le antiche tradizioni religiose. Qui, per secoli, il Paganesimo ha guidato le vite dei sardi, legandoli indissolubilmente agli elementi naturali: il cielo, il mare, le montagne e le acque. Ma come venivano venerati questi elementi? E come la cristianizzazione dell'isola cercò di sostituire questa antica fede? Il Legame con la Natura Per i popoli pre-cristiani sardi, la natura non era solo un ambiente fisico, ma un'entità sacra. Il cielo, con le sue stelle e i suoi fenomeni misteriosi, era il dominio degli dei. Le montagne, forti e imponenti, rappresentavano la stabilità e la protezione, e le acque, come fiumi e fonti, erano considerate luoghi puri dove si trovavano il divino e la vita stessa. I Betili, le pietre sacre, erano usate nei rituali di culto, disposte nei luoghi naturali che venivano considerati sacri, come nei nuraghi o nelle domus d...

Le Workhouse Vittoriane: L'Inferno dei Poveri nell'Inghilterra del XIX Secolo

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"Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate" - questa celebre frase dantesca potrebbe perfettamente descrivere l'ingresso di una Workhouse vittoriana, istituzione che incarnava il lato più oscuro della società industriale inglese del XIX secolo. Le Workhouse erano molto più di semplici ricoveri per poveri: rappresentavano un sistema di controllo sociale mascherato da assistenza pubblica. Create con il Poor Law Amendment Act del 1834, queste strutture dovevano essere "meno elegibili" della più misera condizione di vita di un lavoratore libero - in altre parole, dovevano essere così terribili da spingere le persone a cercare qualsiasi alternativa possibile. La Geometria del Dolore L'architettura stessa delle Workhouse era progettata per incutere terrore. Edifici austeri, con alte mura perimetrali e finestre ridotte al minimo, ricordavano più prigioni che luoghi di assistenza. La disposizione interna seguiva un principio di segregazione assoluta. Le Workhouse r...

Samuele Stochino: da EROE di Guerra a BANDITO in Sardegna

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  Samuele Stochino, noto come *La Tigre dell'Ogliastra*, è senza dubbio una delle figure più emblematiche del banditismo sardo . La sua storia è emblematica delle tensioni sociali e delle ingiustizie che caratterizzavano la Sardegna all'inizio del XX secolo.  Decorato come eroe di guerra per il suo coraggio durante la Prima Guerra Mondiale, Stochino si trovò coinvolto in un'accusa ingiusta per furto di bestiame al rientro dalla licenza nel 1917. Questo episodio segnò un punto di svolta, costringendolo alla latitanza e portandolo a diventare un bandito. Stochino fu una figura che combinava un forte senso di giustizia personale con un'implacabile determinazione contro chi riteneva responsabile delle sue disgrazie. La sua notorietà crebbe negli anni, alimentata da episodi di violenza ma anche da racconti di rivalsa contro potenti locali, che lo resero una figura quasi leggendaria. La sua fine, nel 1928, fu altrettanto tragica e controversa, con dettagli sulla sua morte e s...

Se Eleonora d'Arborea non Fosse Morta e Avesse Vinto la Battaglia di Sanluri

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Il 1409 segnò un momento cruciale per la storia della Sardegna. In questa analisi alternativa, immaginiamo che Eleonora d’Arborea non sia morta prematuramente, ma abbia continuato a governare, influenzando il destino del Giudicato e dell’intera isola. 1. Il contesto storico e la Battaglia di Sanluri Nel giugno del 1409, l’esercito aragonese, guidato dall’Infante Martino il Giovane, invase la Sardegna con l’intento di sottomettere definitivamente il Giudicato d’Arborea. Nella realtà storica, gli Arborea subirono una sconfitta devastante a Sanluri, che segnò l’inizio della fine per l’indipendenza sarda. Tuttavia, se Eleonora fosse stata ancora viva, avrebbe potuto consolidare la difesa e riorganizzare l’esercito. La sua abilità politica e la capacità di mediazione con le potenze vicine avrebbero potuto garantire ai sardi rinforzi cruciali. Un esercito meglio preparato, con il supporto logistico delle repubbliche marinare come Genova e Pisa, avrebbe potuto cambiare le sorti della battagli...