Satana la scimmia malefica

Satana la scimmia malefica 

Anno: 1600

Luogo: Castello di Carew, Galles

Da sempre il Castello di Carew, nel Galles del Sud è stato teatro di terribili omicidi e presenze malefiche, che anche dopo svariati secoli continuano a infestare luoghi e stanze della possente struttura. Nel 1600 il castello fu dato in affitto a un leggendario pirata del mare di nome Roland Rhees. L'uomo era noto per il suo temperamento violento e per le sue fervide convinzioni religiose e per il suo linguaggio scorrile. La sua ira fu ancora più violenta quando il suo unico figlio gli confidò di essersi innamorato di Julie, la figlia del locatario di Sir Roland. Robert disse al padre che per nessuna ragione al mondo mai avrebbe lasciato la sua futura sposa, così in un ennesimo eccesso di collera Sir Roland urlò al figlio di lasciare il castello perché non voleva più vederlo. Robert prese il padre in parola e si allontanò dal Castello di Carew.

Alla partenza del figlio, Sir Roland precipitò nei più svariati beceri stati d'animo: disperazione, frustrazione e momenti di odio profondo nei confronti di quel figlio 'traditore'. Per placare la sua collera, nelle lunghe sere invernali, Sir Roland era solito organizzare feste e ricevimenti in onore dei suoi capitani e marinai, serate all'insegna di pesanti sbornie e durante le quali c'era sempre una inquietante presenza al tavolo, una scimmia. L'uomo l'aveva portata da una delle sue tanti escursioni in mare e l'aveva battezzata con il nome di Satana. La scimmia aveva un ghigno poco rassicurante ed emetteva delle sguaiate e malefiche risate, cercando di imitare il suo padrone che era solito deridere i suoi ospiti. 

Presto non vennero più commensali ai bacchetti organizzati da Sir Roland, poiché stanchi di essere scherniti da quei cinici modi e da quelle  malsane bevute. Arrivò primavera è in una serata particolarmente fredda di marzo, bussò alla porta di Sir Roland, Luke Orviz, l'inquilino la qui figlia aveva involontariamente allontanato il primogenito da Sir Roland. Il locatario venne al castello per pagare l'affitto, conosceva l'astio che il suo padrone nutriva nei suoi confronti, ma cosa ancor peggiore, quell'anno il commercio era andato male e possedeva solo una parte di denaro che gli doveva. Orviz fu fatto entrare nel castello è condotto da Sir Roland, il mercante cercò di spiegare al Signore che quell'inverno gli affari non erano andati bene e che aveva solo metà dell'affitto. Sir Roland andò su tutte le furie e per tutto il tempo la scimmia continuava a fissare l'ospite. Sir Roland invei contro di lui e contro la figlia rea di aver stregato il figlio; Orviz non sopportando più di sentire parlare male della figlia alzò una mano all'anziano Signore - Sir Roland ormai accecato dalla collera, lo considerò un gesto intollerabile e ordinò alla sua scimmia di strappare gli occhi al mercante. Roland con un fischietto emise un suono agghiacciante e con un grido la bestia si avventò su Orviz, che cercò di respingerla e gettarla a terra. Il mercante riuscì a liberasi e uscire dalla stanza lasciando Sir Roland farneticare delle incomprensibili parole. Il mercante voleva andarsene, ma fuori diluviava e un servo premuroso per riparare a quell'increscioso accaduto lo pregò di rimanere.

Dopo un pasto caldo, la loro conversazione fu interrotta dall'ennesimo suono agghiacciante proveniente dal fischio di Sir Roland, seguito da un terribile urlo di dolore e da un rumore di lotta colorata da una risata demoniaca, assottigliatosi poi in un lungo e spaventoso grido. Quando poco dopo i due aprirono la porta della stanza, da cui erano arrivate le grida, videro qualcosa che non avrebbero potuto più scordare. A terra affianco al cammino giaceva Sir Roland con la gola lacerata,  il volto della Scimmia era avvolto dalle fiamme con lo sguardo immobile e i denti paralizzati in un orribile ghigno. A distanza di 400 anni ancora i visitatori giurano di udire uno strano fischio e passi della scimmia. L'unica cosa certa che Sir Roland e la sua scimmia Satana sono tornati a quel castello, spettatore silenzioso di quei giorni volenti di quell'inizio del 1600.