Vincenzo Balducci il boia dopo Mastro Titta



Sappiamo che l'ultima esecuzione effettuata da Mastro Titta venne compiuta ai danni di Domenico Antonio Demartini, regnicolo, reo, di omicidj, “morto” in via dè Cerchi li 17 agosto 1864. Successivamente Giambattista Bugatti lasciò il post a Vincenzo Balducci, che di fatto divenne il nuovo boia di Roma. Prima di allora Balducci aveva aiutato e imparato dal suo maestro l'arte di tagliare teste.

In data 20 maggio 1865 Balducci decapitò un certo Saturnino Pescitelli. Ma il nostro racconto o perlomeno per quello di straordinario che accadde è datato un anno esatto il 23 maggio 1866 nella città di Bracciano. Quel giorno sul patibolo si trovava Antonio di Giuseppe o Ventura, condannato a morte, protagonista di un'esecuzione capitale a suo discapito che non fu mai portata a compimento.

I racconti ci narrano che il condannato salito sul patibolo iniziò a recitare l'Ave Maria e preghiere alla Madonna. Quando Balducci avviò la lama della ghigliottina questa non discese perché le travi del palco non reggevano a causa del troppo peso delle persone che questo doveva sorreggere, dovute da un terreno molle e fangoso, poiché su Bracciano si era abbattuta una forte pioggia.

 Quando la lama s'inceppò senza fare il suo dovere: gli spettatori iniziarono a gridare ''grazia, grazia.''. Il boia non intendeva venir meno al suo lavoro, ma in un clima quasi surreale le autorità locali assieme a monsignor Pelami decisero di interrompere l'esecuzione. 

Oltretutto a Bracciano mancava il telegrafo per far rapporto immediato al Ministro dell’Interno, che avrebbe deciso il da farsi. Nello stesso giorno o mattina successiva il prelato volle recarsi di persona dal Ministro per cancellare la condanna a morte del Pescitelli. L'assassino fu ricondotto in Roma e incarcerato, ma dopo il cambio di governo gli fu concessa la libertà.

Dopo questo evento Vincenzo Balducci giustiziò altre 11 persone:

  •  In Roma addì 21 luglio 1866 Francesco Ruggeri e Pasquale Berardi.
  • In Supino addì 11 febbraio 1867 Paolo Caprara.
  • In Frosinone addì 11 marzo 1867 Giovanni Capri.
  • In Veroli addì 12 marzo 1867 Ignazio Bubali.
  • In Zagarolo addì 8 ottobre 1867 Ascenzo Palifermanti.
  • In Palestrina addì 23 maggio 1868 Pasquale Dicori.
  • In Roma addì 24 novembre 1868 Monti Giuseppe e Tognetti Gaetano.
  • In Rocca di Papa addì 14 luglio 1869 Francesco Martini.
  • In Palestrina addì 9 luglio 1870 Agabito Bellomo.

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