Georg Elser: 13 minuti di troppo per uccidere Hitler



   

 Ci fu un tedesco che cercò di fermare Hitler la sua brama di odio e potere, mi riferisco a Georg Elser che tentò la vita del Fuher.

Johann George Helser nacque a Hermaringer il 4 gennaio de 1902. Già da bambino dimostrò una certa attitudine nel disegno e lavori manuali. Fino agli inizi degli anni 30' cambiò differenti lavori, tra cui quello di  falegname. In quegli anni lavorò anche presso una fabbrica di orologi a Costanza, acquisendo conoscenze che gli sarebbero state preziose nella predisposizione di un timer per il noto ordigno.

La sua visione politica fu determinate per quello che anni più tardi avrebbe escogitato. Elser era disgustato dalle restrizioni e libertà che il partito nazista imponeva sui lavoratori. Non solo era contrario alla propaganda nazista, al suo regime educativo e attacchi al credo religioso.

Nell'autunno del 1938, L'Europa stava per piombare nell'incubo della Seconda guerra mondiale, a causa della Crisi dei Sudeti: i capi di governo di Francia, Germania, Regno Unito e Italia. Elser condivideva lo stato d'ansia di gran parte i tedeschi dopo il trauma della Grande Guerra.

Elser non crebbe una parola detta da Hitler di mantenere la pace; anzi nella sua mente si stava delineando un piano di eliminare il Nazionalsocialismo, questo poteva accadere solamente assassinando il Fuher.

Dopo una prima perlustrazione in data 8 novembre 1938, dove Elser assistete al discorso che il regime proponeva annualmente nell'anniversario del fallito Putsch di Monaco. Elser notò che l'evento proponeva misure di sicurezza abbastanza blande, e sul piano emotivo in concomitanza con la Notte dei cristalli, convinse ancor più Elser di dover eliminare Adolf Hitler.

Ma arriviamo a quei 13 minuti che probabilmente avrebbero cambiato il corso della storia. Per molte sere Elser si nascose quando il locale chiudeva e iniziava a lavorare, ricavando una nicchia nella colonna dove sarebbe stato il palco di Hitler. Il giorno fatidico, nella nicchia inserì la bomba con il meccanismo da lui costruito e sperimentato.

A causa però delle condizioni meteorologiche avverse, a sua insaputa Hitler decise di prendere il treno e non l'aereo per far rientro a Berlino, lasciando quindi la birreria sette minuti prima delle 21:20, ora in cui "puntualmente" scoppiò la bomba. il bilancio fu comunque tragico: otto morti e sessantatré feriti, di cui sedici in modo grave.

Elser arriva a Costanza cercando rifugio nella Svizzera, rimasta neutrale anche per il Secondo Conflitto Mondiale. Al confine, però viene fermato per dei controlli. La polizia gli trova addosso i disegni per la fabbricazione della bomba, una foto della birreria e altri oggetti compromettenti.

George Elser viene portato a Berlino, qua interrogato dal capo della polizia criminale, Arthur Nebe e da Heinrich Müller, capo della Gestapo. L'accusato rifiuta di rispondere a qualsiasi domanda dimostrando una totale avversione per il nazismo, venendo anche torturato per confessare i nomi dei mandanti e dei complici in quello che appare come un complotto

Per vincere l'ostinazione del prigioniero, che persiste nel suo mutismo, gli viene posta di fronte Elsa, legata a Elser da una passione amorosa, benché ella è sposata con un marito manesco. Per evitare ritorsioni su di lei, Elser si decide a raccontare la verità.

Dopo l'ennesimo pestaggio  Elser fu tradotto al quartier generale della Gestapo, che lo torturò brutalmente. Heinrich Himmler, non poteva sopportare l'idea che un insignificante svevo, un artigiano con la licenza elementare, fosse quasi riuscito ad uccidere il Führer senza l'aiuto di alcun complice

Fu poi portato e imprigionato prima nel campo di concentramento di Sachsenhausen, poi in quello di Dachau. Nell'aprile 1945, le truppe alleate si aggiravano in prossimità di Dachau. Hitler decise di sbarazzarsi del "prigioniero a custodia speciale"

Il capo della Gestapo, SS-Gruppenführer Heinrich Müller trasmise l'ordine letale al comandante del campo di Dachau, Obersturmbannführer Eduard Weiter. Elser fu fucilato a Dachau il 9 aprile 1945, appena qualche settimana prima che la guerra fosse terminata.



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