JACK LO SPOGLIATORE: IL SERIAL KILLER DI LONDRA ANNI 60

 

 Fino a ieri non ero a conoscenza di questo serial killer, ma come si dice le vie del web sono infinite. Chi era Jack lo Spogliatore? Era il soprannome di un serial killer londinese, responsabile dei suddetti '' "omicidi nudi", avvenuti negli anni 1964 e 1965.

Il Modus operandi assomigliava molto a quello di Jack lo Squartatore, per questo gli fu attribuito questo nome Jack The stripper. Il killer uccise tra le 6 e le 8 prostitute, delle quali vennero scoperti i corpi nudi e gettati nel Tamigi.

JACK LO SPOGLIATORE

Il primo omicidio avvenne il 2 febbraio del 1964 ai danni di Hannah Tailford, una prostituta di 30 anni ritrovata morta senza abiti con le sole calze e aveva perso parecchi denti.

Due mesi più tardi, l'8 aprile dello stesso anno,  Jack lo Spogliatore colpì ancora. Sulle sponde del Tamigi venne rivenuto il cadavere di Irene Lockwood di solamente 26 anni. Malgrado un guardiano di 57 anni confessò l'omicidio la polizia lo attribuì a Jack lo Spogliatore, poiché vi erano troppe discordanze.

Il 24 aprile ancora un'altra prostituta uccisa, Helen Barthelemy di appena 22 anni. Questa volta gli inquirenti trovarono il primo indizio importante ''frammenti di vernice'', utilizzata in un industria di automobili. La polizia iniziò a pensare che l'assassino potesse lavorare in uno di quei stabilimenti.

Il 14 luglio 1964 venne trovata l'ennesima vittima,Mary Flemming di 30 anni, questa volta su una strada nel distretto di Chiswick, nonostante ci fossero delle pattuglie di polizia. Ancora una volta nel cadavere vi erano tracce di vernice. Alcuni testimoni dissero di aver sentito un auto andare via.

Purtroppo la serie degli omicidi non si ferma qui:  France Brown di 21 anni viene vista per l'ultima volta il 23 ottobre 1964, prima che il suo corpo venisse ritrovato il 25 novembre su un passaggio a Kensington. Kim Taylor una prostituta e amica della Brown diede alla polizia una descrizione dell'auto che aveva dato un passaggio a France; una ford zephyr o una ford zodiac.

Infine, dietro l'Heron Trading Estate, in un capannone di stoccaggio venne ritrovata senza vita Bridget O'Hara, 28 anni, di origine irlandese, anche conosciuta come "Bridie". Il corpo aveva segni di conservazione in un luogo caldo,forse in un locale di un trasformatore elettrico.

L'INDAGINE E I SOSPETTATI 

 Il sovrintendente John Du Rose di Scotland Yard, interrogato del caso interrogò quasi 7000 sospettati.  Durante una conferenza stampa, tentò di bluffare dicendo che il cerchio si era ristretto a sole 20 persone. Poco dopo un altro annuncio, dichiarando che era stato ridotto a10 e solo a 3 persone. Lo Spogliatore cadde nella trappola e, dopo quella prima conferenza stampa, non uccise più.

Lo scrittore Anthony Summers, disse che la terza e ultima vittima Hannah Tailford e Frances Brown, erano coinvolte nel cosiddetto scandalo Profumo, e altre che partecipassero ai festini e feste molto private.

 Secondo il detective Du Rose, il sospettato numero uno era era una guardia giurata di origine scozzese, al quale la polizia diede il nome in codice di Big Joh. I vicini di casa lo consideravano come una persona rispettabile e marito esemplare.

 L'uomo iniziò ad essere sospettato dopo l'omicidio di Bridget O'Hara, quando si scoprì che la vernice ritrovata sul corpo della vittima proveniva dalla ditta dove egli lavorava come guardia giurata, la Heron Trading Estate.

Col tempo però si venne a sapere che Mungo Ireland era innocente. L'uomo colto ormai dalla disperazione per via della stampa e altro si suicidò avvelenandosi con il monossido di carbonio. Nella lettera d'addio scrisse ''di non farcela più" e terminava con la frase: "risparmio a te e alla polizia la fatica di cercarmi: mi troverete nel garage''.

Al tempo dell'omicidio della O'Hara si venne a sapere che Ireland si trovava in Scozia, per cui non avrebbe potuto essere Jack lo spogliatore. Tra gli altri indiziati Tommy Butler, sovrintendente della squadra mobile della Metropolitan Police, il quale veniva citato nel libro "The Survivor"di Jimmy Evans e Martin Short.

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