Maria Bergamas: la mamma che scelse la bara del milite ignoto

 


Siamo in Guerra, l'Italia chiede il tuo contributo. Così migliaia di giovani lasciano le loro famiglie per andare al fronte; in quel dì 24 maggio 2015. La nostra patria dichiara guerra all'impero Austro - Ungarico. Il resto è storia, il resto è definita come la Prima Guerra Mondiale.

Ma in questo video non voglio soffermarmi sugli eventi che l'hanno contraddistinta, il nostro personaggio come tanti altri è un ragazzo morto in trincea e irriconoscibile a causa delle ferite riportate. Ciò ne comporterà l'impossibilità di avvisare la propria famiglia per la perdita del loro amato figliolo, oppure per l'amato marito è tutto ciò che può essere di più caro nella sfera dei sentimenti umani.

Il nostro protagonista non ha più un volto, è diventato leggenda, è il Milite Ignoto. Maria Bergamas è la donna designata a scegliere quella bara che protegge quel feretro che risiederà per sempre a Roma.

L'IDEA PER LA SEPOLTURA ALL'ALTARE DELLA PATRIA

Il 17 luglio 1920 fu approva la richiesta del colonnello Giulio Douhet affinché un soldato caduto nella Prima Guerra Mondiale non riconosciuto trovasse sepoltura al Pantheon presso l'Altare della Patria.

«Che la salma di un soldato italiano, che non si sia riusciti a identificare, rimasto ucciso in combattimento, sul campo, venga solennemente trasportata a Roma e collocata al Pantheon — simbolo della grandezza di tutti i soldati d'Italia, segno della riconoscenza dell'Italia verso tutti i suoi figli, altare del sacro culto della Patria»

La proposta di Giulio Douhet diventò legge approvata e firmata da Vittorio Emanuele III, l'11 agosto 1921 e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 20 agosto. Qualche mese prima, il 28 giugno l'onorevole Cesare Maria De Vecchi aveva indicato come data della sepoltura il 4 novembre 1921 (terzo anniversario della fine della grande guerra).

LA RICERCA DEL MILITE IGNOTO

Il Ministro della Guerra dell'epoca, Giulio Rodinò istituisce una Commissione, presieduta dal tenente generale Giuseppe Paolini, ispettore delle onoranze ai caduti in battaglia. La Commissione ha l'onere di individuare 11 salme di caduti privi di ogni segno di riconoscimento e dove gli scontri erano stati ancor più cruenti: 

I luoghi della ricerca furono

  1. Rovereto: 
  2. Massiccio del pasubio;
  3. Monte Ortigara: inizialmente fu rinvenuto un primo corpo che però aveva un foglietto con un possibile segno identificativo. Alla fine venne scelto il corpo di un caduto insepolto.
  4. Monte Grappa
  5. Conegliano;
  6. Cortellazzo Caposile;
  7. Cortina d'Ampezzo;
  8. Monte Rombon: sotto una croce fu rivenuto un soldato non identificato;
  9. Monte San Marco ,
  10. Castagnevizza: sotto una piramide di pietre furono rinvenute due salme di caduti non identificabili; fu scelta quella con maggiori ferite.
  11. Monte Ermada
Maria Bergamas: la mamma che scelse la bara del milite ignoto  

Torniamo alla nostra protagonista a Maria Bergamas. Maria trasferitasi da giovane a Trieste e dove abitata alla scoppio della Prima Guerra Mondiale. A quel tempo, il territorio di Gradisca d'Isonzo e Trieste facevano parte dell'impero austro - ungarico. 

Suo figlio Antonio Bergamas fu chiamato nell'esercito austriaco, ma nel 1916 il ragazzo diserta e fugge in Italia per arruolarsi nel 173° di fanteria della Brigata Barletta sotto falso nome di Antonio Bontempelli. Antonio diventato sottotenente del suo plotone e mentre lo guidava al contro attacco, durante un combattimento alle falde del monte Cimone di Tonezza, il 16 giugno 1916, il giovane cade in battaglia, raggiunto e ucciso da una raffica di mitra.

Nelle sue tasche venne ritrovato un biglietto, nel quale si chiedeva di avvisare dell'avvenuta morte il sindaco di San Giovanni di Manzano. Il cadavere di Antonio Bergamas fu quindi riconosciuto e sepolto assieme ad altri caduti nel cimitero di guerra di Marcesina sull'Altipiano dei Sette Comuni.

Purtroppo a seguito di un terribile bombardamento, il cimitero venne distrutto. Antonio assieme ai suoi compagni sepolti risultarono dispersi. Il 28 ottobre 1921 nella  Basilica di Aquileia vennero raccolte 11 bare di militi ignoti. Maria Bergamas, la mamma di Antonio in rappresentanza delle madri di un caduto non riconosciuto, le fu chiesto di scegliere il feretro da portare fino a Roma.

Le bare furono mischiate per non lasciare indizi da quale zona potessero provenire. Su you tube è possibile vedere il filmato della donna posta di fronte alle undici bare allineate con la bandiera tricolore. Furono momenti emozionanti e drammatici: una donna straziata dal dolore in corrispondenza quasi alla madre di Cristo perire in silenzio la morte del suo unico figlio sotto la croce.

Lentamente osserva i feretri, appoggia lo scialle sulla seconda bara, continua poi sfinita si accascia al suolo davanti alla decima bara, urla il nome di suo figlio. Lo stesso giorno alla stazione di Aquileia la bara del Milite Ignoto fu posta su un carro ferroviario con affusto di cannone, e su un lato la data in latino MCMXV - MCMXVIII.

Il treno con andatura ridotta viaggia per quattro giorni dal Friuli fino a Roma, coprendo più di 20 stazioni. In ogni fermata la gente rimane in religioso silenzio e con quell'aria di forte patriottismo. Oltre alla carrozza con il feretro, erano presenti altri 15 carri per raccogliere le corone di fiori durante il tragitto. Nelle stazioni attendevano autorità politiche, ex militari del conflitto, madri di figli morti in guerra e vedove.

Il feretro del Milite Ignoto arriva a Roma Termini il 2 novembre alle ore 9 del mattino. La bara rimane nella Basilica di Santa Maria degli Angeli fino al 4 novembre con picchetto d'onore. Lo stesso giorno alle 8:30 del mattino la bara viene caricata su un affusto di cannone e portata per corteo delle varie armi di Esercito, Marina, Guardia di Finanza e Guardia di Pubblica Sicurezza precedeva il carro. il feretro è seguito da dieci madri e da dieci vedove di caduti e cariche del Regio Esercito.

il feretro arrivò all'Altare della Patria alle 9:30, ad attenderlo il re Vittorio Emanuele III e altre cariche delle stato e militari, insieme a rappresentanze di madri e di vedove di caduti. Proprio quest'anno il 4 novembre 2021 si celebrerà il centenario di quel giorno memorabile. Un nome che non si saprà mai, un sacrificio che non può e non deve essere dimenticato.

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