I 5 NAZISTI più famosi fuggiti in Sud America
Dopo che a fine della seconda guerra mondiale le forze alleate avevano sconfitto la Germania, iniziò una sorta di ''caccia alle streghe'' nei confronti di tutti coloro che avevano fatto parte del Terzo Reich. Centinaia di ufficiali nazisti, membri di alto rango del partito e collaboratori, famigerati criminali di guerra, fuggirono attraverso l'Atlantico, trovando rifugio in Sud America, in particolare in Argentina, Cile e Brasile.
L'Argentina, per esempio, ospitava già centinaia di migliaia di immigrati tedeschi e durante la guerra aveva mantenuto stretti legami con la Germania. Dopo il 1945, il presidente argentino Juan Perón, lui stesso attratto dalle ideologie fasciste, arruolò ufficiali dell'intelligence e diplomatici per aiutare a vie di fuga attraverso i porti spagnoli e italiani, per molti componenti nel Terzo Reich. Ci fu di mezzo anche il Vaticano, che nel cercare di aiutare i profughi cattolici di guerra, facilitò la fuga dei nazisti, a volte consapevolmente, a volte no.
Sebbene non ci siano prove che lo stesso Hitler sia fuggito dal suo bunker del giorno del giudizio e abbia attraversato l'oceano, una tale rete avrebbe potuto renderlo possibile.
1. Adolf Eichmann
Come arrivò in Sud America: Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Eichmann si nascose in Austria. Con l'aiuto di un frate francescano a Genova, ottenne un visto argentino e firmò una domanda per un passaporto falso della Croce Rossa . Nel 1950 si imbarcò su un piroscafo per Buenos Aires con lo pseudonimo di Ricardo Klement. Eichmann viveva con sua moglie e quattro figli in un sobborgo residenziale di Buenos Aires e lavorava in uno stabilimento automobilistico della Mercedes-Benz.
L'11 maggio 1962 degli agenti segreti israeliani riuscirono a scovarlo, drogandolo e portandolo fino in Israele. Eichmann fu processato come criminale di guerra responsabile della deportazione degli ebrei nei campi di concentramento. Fu impiccato il 31 maggio 1962.
2. Josef Mengele
La Germania Ovest né chiese un'estradizione all'Argentina. Nel 1979, però, Mengele annegò al largo delle coste brasiliane, colpito da un ictus.
3. Walter Rauff
Come arrivò in Sud America: Le truppe alleate arrestarono Rauff alla fine della guerra, ma riuscendo a fuggire si nascose in alcuni conventi italiani. Dopo aver prestato servizio come consigliere militare del presidente della Siria nel 1948, riuscì ad arrivare fino all' Ecuador. Nel 1949 si stabilì in Cile mantenendo il proprio nome.
La sua ubicazione divenne nota dopo che inviò una lettera in Germania nella quale chiedeva la pensione per aver prestato servizio nella marina tedesca, segnalando il suo nuovo indirizzo in Cile.
Arrestato nel 1962 in Cile ma poi liberato dalla corte suprema del Paese, grazie al volere del dittatore cileno Augusto Pinochet. Rauff morì in Cile nel 1984.
4. Franz Stangl
Come arrivò in Sud America: Stangl fu catturato dagli americani ma fuggì in Italia nel 1947. Assistito dal vescovo austriaco Alois Hudal, simpatizzante per i nazisti, Stangl si recò in Siria con un passaporto della Croce Rossa prima di salpare per il Brasile in 1951.
Impiegato dalla Volkswagen a San Paolo, nel 1967 fu arrestato dopo essere stato rintracciato da Simon Wiesenthal, un sopravvissuto all'Olocausto e noto cacciatore di nazisti. Estradato nella Germania Ovest, Stangl fu processato e ritenuto colpevole dell'omicidio di massa di 900.000 persone. Condannato all'ergastolo, morì di insufficienza cardiaca nel 1971.
5. Josef Schwammberger
Nazista austriaco, Schwammberger era un comandante delle SS responsabile di tre campi di lavoro nei ghetti ebraici della Polonia occupata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Armato della sua frusta, affianco un pastore tedesco addestrato ad attaccare le persone. Nel 1942 dirige il campo di lavoro forzato di Rozwadów, dove morirono a centinaia i prigionieri, molti dei quali fucilati dallo stesso Schwammberger.
Nel 1943 organizzò l'esecuzione di massa di 500 prigionieri ebrei nel campo di Przemyśl, dove lui stesso 35 persone, sparando loro alla nuca. A Mielec nel 1944 ripulì la città dagli ebrei. "Il suo percorso era disseminato di cadaveri", ha detto il cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal.
Come arrivò in Sud America: Arrestato in Austria nel 1945, Schwammberger fuggì in Italia nel 1948 e mesi dopo arrivò in Argentina, dove visse apertamente sotto il proprio nome e ottenne la cittadinanza.
Ricercato dalla Germania Ovest per l'estradizione, nel 1973, Schwammberger si nascose, ma nel 1987 dopo che un informatore sotto ricompensa di 300 mila dollari, Schwammberger viene arrestato da funzionari argentini. Alcuni testimoni raccontarono delle crudeltà indicibili che questo criminale fece: battere la testa di bambini contro i muri; gettare prigionieri sui falò, perché non voleva sprecare nessuna pallottola per loro.
Nel 1992 è stato riconosciuto colpevole di sette capi di imputazione per omicidio e 32 casi di complice di omicidio e condannato all'ergastolo. Schwammberger è morto in prigione nel 2004 all'età di 92 anni.
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