Essere BOIA in FRANCIA: un AFFARE di FAMIGLIA


Per secoli specialmente in Francia, ma anche in altre parti d'Europa ambire alla carica boia era un affare di famiglia, che si tramandava dai nonni o addirittura bisnonni fino ai nipoti. 

Così successe a Louis Desmorest che all'età di 10 anni, alla morte di suo padre nel 1664 ereditò la carica di carnefice. Ovviamente i reggenti in caso di minori sostituivano quest'ultimo fin alla maggiore età. Ma la nomina fatta a Desmorest significava che non tutte le persone avevano il privilegio di diventare un boia. Tagliare le teste doveva rimanere un'affare di famiglia, forse per grazia divina ricevuta, iniziata dal patriarca della famiglia.

Nel caso del giovane Louis, il destino era già scritto: la mamma apparteneva all'importante famiglia Guillaume, una dinastia di carnefici che inflisse la pena capitale a Parigi per un totale di quasi 100 anni.

La pena capitale divenne una sorta di spettacolo, è più si entra nel macabro più l'essere umano né viene attratto, così né fu ammaliata la Francia medievale, di fare giustizia con il sangue. 

Ad ogni modo, il boia era pur sempre costretto ai margini della società, ma per ogni esecuzione capitale diventava il vero protagonista in pubblica piazza.

Finto lo spettacolo, questo personaggio tornava a essere insultato dalle persone, tanto che i carnefici in Francia a partire dal XIII secolo fino al 1791 vivevano una vita a parte, i loro abiti erano segnati e le loro famiglie emarginate.

Una delle famiglie boia più famose in Francia fu quella dei Sanson, dei quali si ricorda Charles-Henri Sanson che decapitò i sovrani di Francia Luigi XVI e Maria Antonietta. 

"Considerando che la sua prima esecuzione fu fatta ai danni di Robert Francois Damien, che aveva tentato di assassinare il re, l'ironia è grossa", scrive Robert Walsh a The Line Up. Complessivamente, Charles-Henri Sanson ha giustiziato un totale di 2.918 persone durante la sua nomina e ha supervisionato la prima esecuzione con ghigliottina.

Paul Friedland, professore di storia alla Cornell University e autore di Seeing Justice Done: The Age of Spectacular Capital Punishment in Francia, ha detto che i carnefici non si limitavano a giustiziare le persone, ma era nata la concezione di lui come essere ''straordinario'', grazie al suo tocco di spada.

Sebbene la posizione del boia non fosse legalmente ereditaria, per la maggior parte dei casi lo era: la professione passava al figlio maggiore, con altri fratelli che prestavano servizio come assistenti. Le figlie del carnefice si sposavano con altri figli di carnefici. Questo serviva per rafforzare il loro status sociale. Per separare ogni persona dalla vita quotidiana di un boia, era lecito non accettare neanche un suo invito a cena.

Separati dalla società si spostavano in clan nei propri ranghi, gli stessi cognomi erano presenti nei registri comunali di città della Francia, diffondendosi nei paesi vicini come la Germania e la Svizzera. Il capostipite dei Guillaume  divenne carnefice di Parigi nel 1594, a seguire più di 200 futuri boia risalirebbero a lui. Quando Jean Guillaume accumulò abbastanza ricchezza da presiedere al suo funerale 30 sacerdoti.

Suddetta dinastia diede origine al neologismo burlesco ''jeanguillaumer''. L'autore francese Antoine Oudin scrisse di "cavalieri dell'Ordine di Jean Guillaume": uomini morti per impiccagione. La capacità di essere boia non era soltanto la malsana virtù di tagliare teste, ma era quella di incutere timore al condannato prima dell'esecuzione! 

Questa peculiarità fu vista in Francia con il tiFrustate e mutilazioni, ad esempio, richiedevano un sadico talento più della pena di morte. tolo di ''maître de hautes et basses oeuvres'', maestro delle opere alte e basse".

Il boia era responsabile di lavori secondari e sgradevoli: dalla manutenzione di latrine e pozzi neri, alla gestione dei cani randagi e delle carcasse scartate, i quali potevano diventare un profitto aggiuntivo e redditizio. Friedland definì questa figura,una sorta di guardia di frontiera metafisica. Edwards, a sua volta, definisce il boia un "sovrano degli inferi", data la sua capacità di estrarre monete da altre realtà sociali di degrado.

La maggior parte delle ricchezze per i carnefici non proveniva dalla esecuzioni capitali ma da qualcosa chiamato droit de havage: il diritto di sequestrare una quantità predeterminata di beni dal mercato pubblico. Al mercato portava con se una borsa nella quale i commercianti depositavano le loro primizie che il boia obbligava a donare. 

Ad ogni modo, toccare quel cibo avrebbe voluto dire contaminare la propria esistenza di sfortuna, visto che la figura del carnefice era vista come ''presagio di sventura''.

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