L'Ultima ora Angosciante di Luigi XVI


«Signori, sono innocente di tutto ciò di cui vengo incolpato. Auguro che il mio sangue possa consolidare la felicità dei francesi.»

Si disse che Luigi XVI tenne gli occhi aperti per tutta la notte, fissi che guardavano il vuoto. All'alba, ormai rassegnato al suo destino, raccomandò la sua anima a Dio per intercessione di un prete che come per altri condannati aveva il compito pastorale di donare parole di conforto.

L'attesa per il sovrano diventa straziante. Qualche ora dopo fatto uscire dalla cella nella Torre del Tempio, venne scortato per la sua esecuzione. A differenza di altri condannati alla pena capitale, gli fu concesso di sedere in una carrozza e non in una carretta. La carrozza era quella del sindaco accompagnato dal suo confessore, Henry Essex Edgeworth de Firmont, e dal tenente Lebrasse.

L'unico vantaggio per cercare di eludere le umiliazioni della folla, ma anche per ragioni di sicurezza. Nella fredda e nebbiosa mattina del 21 gennaio 1793, il re di Francia Luigi XVI compì un viaggio di un'ora e mezza attraverso la città di Parigi dal Temple, il monastero medievale fortificato dove fu imprigionato, a Place de la Révolution, dove fu montato il patibolo per la sua esecuzione.

 La carrozza si avvicina il più possibile al patibolo. Il re sembra essere glaciale, scese dalla carrozza, si tolse il capotto e il colletto. L'aiutante del boia gli lega le mani, poi portato su per le scale gli tagliarono i capelli. Di solito la rasatura dei capelli veniva fatta prima in cella.

L'ESECUZIONE

Il re poi rivolgendosi alla folle con voce chiara e non tremolante disse '' Muoio innocente. Perdono i miei nemici e spero che il mio sangue sia utile ai francesi, che plachi l'ira di Dio...” A questo punto, i tamburi iniziarono a rullare e le ultime parole di Luigi divennero incomprensibili. 

 Legato a una tavola fu poi accompagnata la sua testa nello sportello. La ghigliottina fu fatta partire. C'è da dire che l'esecuzione non fu veloce come le altre: il boia Sanson, forse preso dall'eccitazione di ghigliottinare il re, posizionò in maniera non perfetta il sovrano. Quando la lama cadde non recise completamente il collo di Luigi XVI.  Benché il re fosse morto fu necessario ripetere l'operazione, e lo spettacolo divenne ancor più agghiacciante del solito.

Ad ogni modo, la morte di Luigi XVI decretò un momento di trasformazione per la monarchia in Europa. I rivoluzionari più estremi pretendevano che nulla doveva rimanere del re. La testa e il collo di Luigi XVI furono scortati rapidamente nel Cimitero della Madeleine, dove fu posto all'interno di una bara di legno e ricoperta di calce viva, per accelerare il processo di decomposizione .

CRISI IRRECUPERABILE 

Due anni prima di essere giustiziato. il re tentò la fuga presso i Paesi Bassi austriaci, dove lui assieme alla sua famiglia avrebbero potuto opporre resistenza alla Rivoluzione. Riconosciuto, furono arrestati e scortati nella capitale francese da seimila guardie nazionali. Ormai anche la stampa era contro l'operato del re, alimentando sempre più l'odio della medio borghesia e popolo contro la famiglia reale.

A seguito della sconfitta contro l'Austria e la Prussia nell'estate del 1792, il popolo e la guardia nazionale iniziarono un'insurrezione contro Luigi XVI. Ma ormai il destino del sovrano sembrava essere deciso!

L'assemblea accusò il re di una miriade di crimini, che tramava per ristabilire una monarchia assoluta da vero tiranno. Furono scoperti anche dei documenti nella cassaforte palazzo delle Tuileries: nei quali c'erano istruzioni per i ministri del re di come dissolvere la Rivoluzione. Tentavi di corrompere i deputati dell'assemblea stessa.

Il 15 gennaio, 693 dei 745 deputati hanno votato "sì" il re era colpevole. Il 20 gennaio 1793 i deputati decretarono la colpevolezza di Luigi e la sua pena di morte

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