Mary Mallon: la cuoca costretta per sempre alla quarantena


All'inizio del 1900, non era ancora ben chiaro come si diffondessero le malattie. Eppure già secoli prima era ben chiaro che l'unica soluzione efficace per non contagiare più persone possibili, era quella di mettere i soggetti infetti in quarantena. Malattie come il tifo, la dissenteria erano in grado di uccidere un'intera famiglia. 

Mary Mallon è la protagonista del nostro video: un'immigrata irlandese che lavorava come cuoca nelle famiglie più benestanti della Grande Mela. La donna fu costretta anche con la forza a vivere in una perenne quarantena. 

Nel 1906, George Soper, ingegnere sanitario del Dipartimento della Salute di New York, fu chiamato da un gentiluomo, che assieme a tutta la sua famiglia, fu vittima di un violento e inspiegabile focolaio di tifo.

Il dottore iniziò a monitorare domestici e i cuochi, in special modo una donna che proveniva dall'Irlanda. Assunta dalla famiglia proprio 3 settimane prima: l'esatto periodo d'incubazione del batterio della salmonella che causa il tifo. Dai precedenti referti medici, fu chiaro che la cuoca potesse essere la sospettata numero uno!

Malata di febbre tifoide, Mary Mallon si guadagnò la sprezzante nomea di "Tiphoid Mary". I medici erano consapevoli che la malattia si diffondeva più comunemente attraverso gli escrementi. Nel 1907 la donna fu costretta alla sua prima quarantena. Secondo un referto medico: Mallon aveva contagiato 22 persone e causato la morte di una bambina. 

Questo fu solo l'inizio, un incubo che durò per tutto il resto della sua vita. Mallon cercò con tutte le sue forze di obiettare questa accusa, di non essere l'unica colpevole della diffusione della malattia.

Nel 1907, il dottor George Soper identificando la Mallon come principale soggetto alla trasmissione del tifo, si recò a casa della donna per prelevare dei campioni. La cuoca offuscata dalla collera afferrò una mannaia, intimando il medico di andare via. Dopo vari tentativi e con l'aiuto della polizia, le autorità furono in grado di bloccare Mallon. 

I dottori presero dei campioni di feci, urina e tessuti della donna, confermando la loro teoria, dove maturava il batterio del tifo, nonostante Mallon non mostrasse sintomi e rimanesse l'epitome di buona salute.

lebbroso. In una intervista a un giornale locale disse di sentirsi maltrattata come un lebbroso.

La prima quarantena terminò nel 1910 con un'unica condizione: i medici misero il veto nel quale la Mallon non avrebbe dovuto più lavorare come cuoca. Tuttavia per un breve periodo da lavandaia scomparve per qualche tempo tornando a servire di nuovo le famiglie.

Ci vollero 5 anni che l'autorità sanitaria riuscisse a rintracciare la donna. Mallon cambiava continuamente nome e cognome. Nel 1915 però si verificò l'ennesimo focolaio: 25 nuovi casi di tifo presso lo Sloan Maternity Hospital di New York, dove la donna lavorava come cuoca. Prontamente arrestata fu poi obbligata alla quarantena.

I medici scoprirono dagli esami che la cistifellea della donna conteneva un numero incredibile di batteri della salmonella.   

Nel 1915, l'ormai famigerata Typhoid Mary fu costretta alla quarantena per tutta la vita. Il suo isolamento fu eseguito a North Brother Island. La stampa la definì come ''La donna più pericolosa d'America".

Gli ultimi 23 anni di vita, Mallon fu costretta al totale isolamento a North Brother Island. Nel 1938, morì di polmonite, anche se in alcuni rapporti scrissero dell'altro. Al momento della sua morte, le fu contestato che avesse causato almeno 51 casi di tifo e tre morti.

Inizialmente i funzionari sanitari furono restii a controllare le famiglie benestanti, poiché il tifo e malattie simili erano tipicamente associate alla povertà e alla scarsa igiene. Dopo i primi interrogatori, la Mallon ammise di non essersi mai lavata le mani mentre cucinava. 

di lavaggi adeguati che una persona potesse essere infettata attraverso il contatto fisico o la mancanza di lavaggi adeguati.

Una storia da lasciare esterrefatti, siamo fortunati che ai nostri tempi malattie di questo genere possono essere debellate con degli antibiotici e cure simili.

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