Dissenteria Prima Guerra Mondiale: una storia di sofferenza e perdita

 


Durante la Prima Guerra Mondiale, la dissenteria era una delle principali cause di morte tra i soldati. La dissenteria è un'infezione del tratto intestinale che causa diarrea acquosa e grave disidratazione. In condizioni di guerra, dove l'igiene era pressoché nullo, e il cibo era scarso o contaminato, era facile per i soldati contrarre la dissenteria e altre infezioni gastrointestinali. Inoltre, il fatto di dover vivere in trincee umide e sporche ha contribuito ad aumentare il rischio di infezioni.

Ad ogni modo è difficile sapere il numero esatto di soldati che sono morti a causa della dissenteria durante la Prima Guerra Mondiale, ma furono ugualmente tanti. Siamo a conoscenza che i tassi di mortalità variavano notevolmente a seconda delle condizioni del campo e delle pratiche mediche locali. 

Tuttavia, si stima che la dissenteria e altre malattie gastrointestinali siano state responsabili di un gran numero di decessi tra i soldati durante la Prima Guerra Mondiale. In alcune truppe, la mortalità per dissenteria poteva arrivare fino al 20%, durante le epidemie più intense.

Come tutti i soldati al fronte, anche molti italiani furono colpiti dalla dissenteria durante la Prima Guerra Mondiale, che perirono che di altre malattie come il tifo e la febbre tifoide. Inoltre, come per i soldati di altre nazioni, le condizioni igieniche scarse e il cibo scarso o contaminato hanno contribuito a diffondere queste infezioni tra le truppe italiane. 

Quali erano le cure per dissenteria nella prima guerra mondiale?

Durante la Prima Guerra Mondiale, i medici militari avevano a disposizione alcuni trattamenti per curare la dissenteria, ma spesso erano limitati dalle condizioni di guerra e dalle risorse disponibili. Uno dei principali trattamenti per la dissenteria era la reidratazione, che consisteva nel somministrare al paziente una soluzione di sali minerali e zuccheri per sostituire i liquidi e i sali persi attraverso la diarrea. 

Altri trattamenti comunemente utilizzati includevano l'uso di farmaci antimicrobici per trattare l'infezione e farmaci antidiarreici per controllare i sintomi. Tuttavia, in alcuni casi, la dissenteria poteva essere così grave e potenzialmente letale, e spesso i soldati dovevano essere inviati a ospedali dietro le linee di sali minerali e zuccheri per sostituire

MEDICI MILITARI DECEDUTI 

Anche i medici militari erano a rischio di ferite e morte durante la Prima Guerra Mondiale. I dottori erano spesso presenti in prima linea, insieme ai soldati, e si esponevano alle stesse condizioni pericolose e alle stesse malattie. 

Inoltre, i medici militari erano spesso sottodimensionati rispetto al numero di feriti che dovevano trattare, il che significava che dovevano lavorare senza sosta e sotto pressione, spesso non avevano il tempo di prendersi cura di se stessi.

Come venivano riconosciuti i corpi dei caduti italiani nella prima guerra mondiale?

Durante la Prima Guerra Mondiale, i corpi dei soldati caduti venivano spesso identificati attraverso l'utilizzo di tessere di riconoscimento, che erano piccole carte di metallo o di altro materiale con incisi i dati personali del soldato, come il nome, il numero di matricola e il reparto di appartenenza. 

Talvolta, queste tessere di riconoscimento venivano portate al collo o all'interno dei vestiti dei soldati, in modo da poter essere facilmente trovate in caso di morte. 

I medici militari e altro personale addetto all'identificazione dei corpi, spesso utilizzavano anche altri metodi per identificare i soldati, come l'esame dei denti o delle impronte digitali. Tuttavia, in alcuni casi, era difficile o impossibile identificare i corpi dei soldati caduti, soprattutto se erano gravemente feriti o se le loro tessere di riconoscimento erano state perse o distrutte.

SENZA RITORNO

Molti soldati italiani, ma anche quelli stranieri caduti in guerra, non sono riusciti a tornare nelle loro regioni di origine. I corpi dei soldati uccisi in battaglia spesso venivano seppelliti dove erano caduti, e molti di questi soldati non sono mai stati riportati nella propria terra natia, per essere seppelliti nei loro luoghi di origine. 

Le difficili condizioni di guerra connesse a le scarse risorse disponibili per il trasporto dei corpi, non consentivano per molti nostri caduti una degna sepoltura nelle proprie regioni. Ancor peggio, per quei corpi che non trovarono neppure una sepoltura al fronte, al cospetto di un totale  disinteressamento dei superiori, che vedevano i soldati quasi come dei numeri da mandare al macello!

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