La biblioteca di Alessandria: una Fine Oscura

 


La biblioteca di Alessandria, in Egitto, era uno dei più grandi e importanti depositi di conoscenza del mondo antico. Fu costruita intorno al 300 a.C dal re Tolemeo I Sotere e divenne uno dei principali centri di studio e di diffusione del sapere. Tuttavia, la sua esistenza è stata breve e non ci sono fonti certe su come sia stata distrutta.

Al suo interno si potevano trovare raccolta di manoscritti e testi dell'antichità, principalmente incentrata su argomenti come la filosofia, la letteratura, la medicina, l'astronomia, la matematica e la geografia. Gli studiosi dell'epoca erano principalmente interessati a documentare e preservare le conoscenze esistenti. 

TEORIA DEL COMPLOTTO

   

 Esistono differenti versioni che narrano che in alcuni libri, forse centinaia ci fossero informazioni sull'esistenza di creature extraterrestri o altri fenomeni simili. Preziose spiegazioni e nuove tecnologie date in dono da questi esseri.

Ad esempio, una teoria del complotto suggerisce che la biblioteca fosse in realtà un centro di conoscenze esoteriche e segrete che conteneva informazioni preziose che avrebbero potuto cambiare il corso della storia se fossero state divulgate. Secondo questa teoria, la biblioteca è stata distrutta da un gruppo di potere che aveva interesse a mantenere queste informazioni segrete e nascoste, per lasciare le persone nell'ignoranza. 

Questa teoria si basa sull'idea che i libri e le opere contenute nella biblioteca erano considerate minacciose per alcuni gruppi di potere e che quindi sarebbero stati distrutti per impedire che le informazioni contenute in essi fossero diffuse e utilizzate contro di loro.

Un'altra teoria suggerisce che la biblioteca sia stata distrutta da un imperatore romano, Giulio Cesare o Aureliano, per motivi politici. Infatti, la biblioteca era vista come un simbolo del potere dei Tolomei, e la sua distruzione avrebbe potuto essere un modo per indebolire il loro potere, e non intaccare l'Impero Romano!

DECLINO E DISTRUZIONE

Secondo alcune delle notizie più comuni, vi furono differenti fasi di declino della biblioteca, ma la più famosa è attribuita a quella che nel IV secolo d.C. durante la guerra tra l'Impero romano e l'Impero persiano, durante un assedio della città da parte dei persiani, la biblioteca sarebbe stata incendiata accidentalmente, distruggendo gran parte dei suoi tesori.

Altre fonti storiche sostengono che la biblioteca sia stata distrutta dalle fiamme durante un incendio scatenato dalle truppe romane  di Alessandro Severo nel III secolo d.C.

Ma c'è anche chi è convinto della teoria che questo luogo del sapere non fu cancellato da un singolo evento, ma gradualmente attraverso il tempo, e che gran parte delle opere andate perdute lo siano state, perché non erano più considerate utili o interessanti dai successori dei Tolomei.

Se così fosse, la libreria fu gradualmente abbandonata e smantellata nel corso dei secoli, a causa di diversi fattori come la mancanza di fondi, l'interesse limitato delle autorità politiche dell'epoca e l'evoluzione delle tecnologie di conservazione dei libri.

VALORE INESTIMANILE

La biblioteca di Alessandria era famosa per la sua raccolta di manoscritti antichi, che coprivano una vasta gamma di argomenti, tra cui la letteratura, la filosofia, la storia, la medicina e la matematica. Molti dei manoscritti erano scritti su papiro. La biblioteca era anche famosa per la sua attività di copiatura e di traduzione, che ha permesso di conservare e diffondere il sapere antico.

Si stima che la biblioteca potesse contenere fino a 700.000 volumi, Tra i libri vi erano molte opere di autori antichi, tra cui: Omero, Eschilo, Sofocle, Erodoto, Platone e Aristotele e anche testi di medici e matematici antichi.

I libri che erano conservati lì provenivano da molte fonti differenti, tra cui libri originali scritti da autori antichi, copie di libri scritti da autori antichi e traduzioni di libri scritti in lingue straniere.

COMMERCIO DI LIBRI 

Per quanto riguarda la sua collezione di libri, si pensa che gran parte degli antichi testi sia stata acquisita attraverso due principali modalità: l'acquisto e la copia dei manoscritti provenienti da tutto il mondo antico e la richiesta di donazioni da parte di studiosi e sovrani.

Nel periodo ellenistico, Alessandria era un importante centro culturale e commerciale, il che rendeva la città un luogo di grande interesse per i commercianti di libri.

 Essi viaggiano da tutta l'antica Grecia, dall'Egitto, dalla Mesopotamia e da altre parti del mondo per acquistare, scambiare o vendere libri nella città. Questi commercianti fornivano alla biblioteca libri di ogni genere, incluso opere letterarie, storiche, scientifiche e filosofiche.

I rotoli venivano spediti via mare o via terra, e venivano poi acquisiti dalla biblioteca attraverso acquisti, donazioni o scambi con altre biblioteche. La biblioteca di Alessandria aveva una politica di acquisizione aggressiva, mandando ambasciatori in tutto il mondo per cercare e acquisire manoscritti. 

I rotoli di papiro venivano spesso importati dall'Egitto e dai paesi vicini, mentre i rotoli di pergamena venivano prodotti principalmente in Asia Minore, Siria e Grecia.

Inoltre, la biblioteca aveva anche dei copisti dedicati, che si occupavano di copiare i manoscritti che venivano inviati alla biblioteca o che venivano richiesti da studiosi e sovrani. In questo modo, la biblioteca riusciva ad acquisire copie di testi provenienti da diverse parti del mondo antico.

DOVE FU COSTRUITA LA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA

Il luogo esatto dove è stata costruita la biblioteca di Alessandria non è di facile collocazione. Tuttavia, le fonti storiche indicano che la biblioteca  fu costruita nel centro della città, vicino al porto e al famoso faro di Alessandria.

Nel 1996, gli archeologi hanno scoperto alcune rovine che sembrano essere state parte di un edificio di grandi dimensioni, nel luogo dove si pensava potesse essere stato il museo. 

In conclusione, la distruzione della biblioteca di Alessandria rappresenta una delle più grandi perdite della cultura antica e ha lasciato un vuoto nella storia della conoscenza umana, poiché molte delle opere che erano li conservate non esistono più e non sono mai state ritrovate.

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