La Maledizione della Mummia del Similaun: Come Morì Ötzi?



Da sempre i racconti che riguardano le Maledizioni delle Mummie hanno destato curiosità e terrore nelle persone. Per esempio, si narra che dopo il ritrovamento della mummia di Tutankhamon, perirono 21 persone, tra ricercatori e altro personale che ebbe a che fare con il faraone.

Nel 1991 ci fu un'altra importante scoperta: la Mummia del Similaun, un nostro antenato ricomparso dai ghiacci. Da allora sono iniziate a circolare prima nei giornali, poi con l'avvento del Web storie sulla presunta maledizione di Ötzi: la mummia dei ghiacci, di casi di  persone decedute connesse a questo arcaico personaggio.

Chi è la Mummia del Similaun?

La Mummia del Similaun, conosciuta come Ötzi, è il ritrovamento di un uomo che visse circa 5.300 anni fa, durante l'Età del Rame, scoperta  fatta nelle Alpi italiane nel 1991 a una quota di circa 3.210 metri sul livello del mare, vicino alla frontiera tra l'Italia e l'Austria, nella zona del Similaun. 

Al momento della morte si presume che Ötzi potesse avere un'età tra i 40 e i 50 anni, alto circa 1,6 metri,. I suoi resti hanno rivelato che perì di morte violenta, probabilmente a causa di una ferita da freccia alla spalla, e un colpo sulla nuca. Con se aveva una grande quantità di attrezzi e armi, tra cui una mazza, un arco e frecce, e un coltello di pietra.

La maledizione di Ötzi: 8 persone morte

La mummia fu riportata alla luce nel 1991 da una coppia tedesca: Erika e Helmut Simon, i due durante un'escursione si dirigevano presso il passo ausabioc a 3000 metri di quota.

Con grande meraviglia notarono una testa e una spalla di una persona sbucare dal ghiaccio. Spaventati avvertirono subito le autorità pensando che si trattasse di qualche alpinista scomparso da poco.

Inizialmente la mummia fu portata in Austria poi in Italia, le analisi del DNA dei suoi vestiti rilevarono che l'uomo aveva combattuto con almeno 4 persone prima di morire, poiché furono riscontrate tracce di altri individui: due sulla punta di una freccia, una sul coltello e una quarta sul suo mantello.

Come ogni maledizione che si rispetti anche quella di Ötzi iniziò a mietere le sue vittime. Una di queste fu proprio Simon Helmut grande appassionato della montagna. L'uomo a seguito di una caduta accidentale durante un'escursione sulle Alpi Salisburghesi scomparve improvvisamente. 

Il destino o gli eventi soprannaturali vollero che otto giorni dopo a ritrovare il suo corpo fu proprio un cacciatore che si accorse di vedere una testa e parte del corpo emergere dai ghiacci, proprio come la Mummia del Similaun.

Un anno più tardi, il professore Konrad Spindler, uno dei primi scienziati a studiare la mummia. Spindler scrisse un libro in merito ''L'uomo dei ghiacci'', quando gli parlavano di maledizione della mummia, rispondeva con una certa ironia. La sua morte avvenne a 66 anni nel 2005 a seguito di una strana forma di sclerosi multipla.

ANCORA PRIMA

In realtà le morti connesse alla maledizione di Ötzi iniziarono molto prima. Rainer Henn, medico legale che depose la mummia in un sacco per cadaveri. Henn morì a 64 anni, un anno dopo la scoperta di Ötzi in un incidente d'auto, mentre si recava a una conferenza per parlare proprio di Ötzi.

Un'altra vittima sulla presunta maledizione della Mummia del Similaun fu quella di Rainer Hölzl operatore della ORF rete televisiva austriaca, inviato per la scoperta dell'incredibile reperto, e primo a realizzare un documentario su Ötzi. Hölzl morì a 47 anni per un fulminante tumore al cervello.

  Due anni dopo, il fatal destino toccò a Kurt Fritz, alpinista che aiutò a trasferire la mummia a Bolzano. L'alpinista morì a 52 anni, a seguito di una caduta su crepaccio in un ghiacciaio. Dieter Warnecke, capo della squadra dei soccorritori durante le ricerche di Simon Helmut, morì d'infarto un'ora dopo la sepoltura di Helmut.

La settima vittima fu il professor Friedrich Tiefenbrunner, uno degli studiosi che faceva parte della squadra di Konrad Spindler, morto nel gennaio 2005 a seguito di una complicazione durante un intervento al cuore.

Ottava e ultima vittima: Tom Loy, morì all'età di 63 anni, nel novembre 2005. Loy americano direttore dei Laboratori di Scienze archeologiche all'Istituto di Bioscienza Molecolare dell'Università del Queensland, venne in contatto più volte con la mummia.

 Fu proprio Loy a indentificare residui di sangue sul mantello di Ötzi e sangue di qualche animale sulle sue frecce. Morì proprio per una malattia del sangue, non riuscendo a portare a termine un libro che parlava di Otzi.

OLTRE LA SUPERSTIZIONE

Oltre i presagi nefasti, la Mummia del Similaun rappresenta un'importante scoperta storica e scientifica perché è uno dei più antichi corpi umani completamente conservati ad essere mai scoperti.

 Grazie alle circostanze della sua morte e alla conservazione della mummia sotto il ghiaccio, gli scienziati sono stati in grado di ricostruire la vita di quest'uomo e il suo ambiente circostante, e di apprendere molte informazioni su come vivevano le persone in Europa in quel periodo.

La scoperta della ferita da freccia sulla spalla sinistra di Ötzi ha anche fornito importanti informazioni sulla tecnologia delle armi dell'Età del Rame. La freccia che ha ucciso Ötzi era stata fatta con un'asta di legno di viburno e con una punta di selce, ed è stato dimostrato che quest'arma fu utilizzata per uccidere l'uomo, probabilmente da una certa distanza.

Grazie all'autopsia siamo a conoscenza che Ötzi subì altre lesioni, tra cui alcune fratture ossee, che suggeriscono che avesse subito delle percosse prima della sua morte. 

Si ritiene sia stato ucciso durante una sorta di conflitto o di rivalità tribale, anche se non è chiaro la vera disputa, ma potrebbe trattarsi anche di una sorta di regolamento di conti tra cacciatori di tribù nemiche.

Grazie alla mummia del Similaun, gli scienziati hanno potuto studiare l'anatomia umana e la vita quotidiana degli antichi popoli dell'età del Rame.  Ötzi aveva un'età compresa tra i 40 e i 50 anni, soffrì di diversi problemi di salute: cardiaci e artrite, la sua era una dieta composta principalmente da cereali e carne di animali selvatici.

Tatuaggi di Ötzi

 Di notevole importanza i 61 tatuaggi, che rappresentano il più antico esempio di tatuaggi sul corpo umano mai scoperto. I tatuaggi di Ötzi sono stati scoperti su diverse parti del suo corpo, tra cui la schiena, le gambe, le braccia e il petto. Sono stati fatti usando un metodo di iniezione di pigmento sotto la pelle, e alcuni di essi sembrano essere per scopi terapeutici, come ad esempio per alleviare il dolore alle articolazioni.

Gli esperti ritengono che abbiano un significato simbolico e rituale, forse collegati a credenze religiose o culturali dell'epoca, magari la Mummia del Similaun era anche uno sciamano, visto che nella sua borsa sono stati trovati dei funghi, i quali avevano il potere di scacciare gli spiriti negativi. 

Per quanto riguarda la salute di Ötzi, l'uomo dovette convivere con molti problemi di salute per gran parte della sua esistenza, come dimostrato dalle lesioni ossificate sulle ossa e dalle indicazioni di una malattia polmonare cronica. 

L'artrite di cui soffriva era probabilmente legata alla sua età e allo stile di vita come cacciatore-raccoglitore, che richiedeva un uso intenso delle articolazioni.

Si è ipotizzato che i tatuaggi di Ötzi, avessero uno scopo terapeutico. Infatti, alcuni dei tatuaggi si trovano in corrispondenza di punti di pressione o di dolore, suggerendo che fossero stati effettuati per alleviare malattie o disturbi fisici. 

Ad esempio, sulla gamba sinistra di Ötzi sono stati trovati numerosi tatuaggi concentrici intorno a un'area in cui si ritiene che avesse sofferto di artrosi. Si è quindi ipotizzato che questi tatuaggi potessero avere una funzione analgesica, aiutando a ridurre il dolore articolare.

In conclusione, per chi vuol fare visita alla mummia venuta dal ghiaccio, Ötzi si trova a Bolzano presso il Museo Archeologico dell'Alto Adige!

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