Umberto I di Savoia: il re d'ITALIA assassinato



Umberto I di Savoia, noto anche come Umberto I, fu il re d'Italia dal 1878 fino al suo assassinio nel 1900. Nato il 14 marzo 1844 a Torino, era il figlio primogenito di Vittorio Emanuele II, re del Regno di Sardegna e successivamente primo re d'Italia, e di sua moglie, l'arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo Lorena . Umberto fu educato secondo i principi dell'epoca per un erede al trono.

Il nome Umberto gli fu dato in onore del fondatore della dinastia sabauda, Umberto I Biancamano. I padrini di battesimo furono i nonni paterni, il re di Sardegna Carlo Alberto e sua moglie Maria Teresa d'Asburgo-Lorena. Umberto ricevette  il titolo di principe di Piemonte, da sempre attribuito ai primogeniti della casa regnante.

 La sua avvenuta fu molto festeggiata dai piemontesi, e dalla stessa famiglia reale, che così fu certa di una discendenza maschile. Trascorse la sua infanzia, insieme con il fratello minore Amedeo, nel castello di Moncalieri, ricevendo una formazione militare. Legato profondamente alla madre, il futuro re d'Italia provò un dolore immenso alla morte prematura della regina , il 20 gennaio 1855.

MATRIMONIO

Prima del matrimonio con Margherita di Savoia, Umberto I intrattenne una relazione sentimentale con la duchessa Eugenia Attendolo Bolognini Litta. La loro relazione fu rafforzata dalla nascita del figlio Alfonso, che tuttavia morì giovane. 

Nonostante il legame duraturo tra Umberto e Eugenia, il matrimonio di Umberto con Margherita fu pianificato per ragioni di Stato e come parte di alleanze politiche. La dimensione politica di questi matrimoni era comune tra le case regnanti europee del tempo, dove le unioni matrimoniali erano spesso strumenti per consolidare alleanze e interessi dinastici.

Inizialmente ci fu una proposta di matrimonio tra Umberto I e l'arciduchessa Matilde d'Asburgo-Teschen, ma questa possibilità svanì a causa della tragica morte di Matilde,  ustionata dall'incendio del suo abito. Successivamente, il Presidente del Consiglio Luigi Federico Menabrea propose come sposa la cugina di Umberto, la principessa Margherita di Savoia.

Margherita accettò la proposta di matrimonio. Il matrimonio tra Umberto I e Margherita di Savoia ebbe luogo il 22 aprile 1868, la coppia ebbe un figlio, Vittorio Emanuele III, che avrebbe poi ereditato il trono d'Italia.

 In occasione del matrimonio tra Umberto I e Margherita di Savoia, avvenuto il 22 aprile 1868, Vittorio Emanuele II, padre di Umberto, istituì il corpo dei Corazzieri Reali. Questa unità doveva fungere da scorta al corteo regale e aveva il compito di assicurare la sicurezza della famiglia reale. I Corazzieri Reali sono ancora oggi una delle unità di scorta presidenziali in Italia.

Inoltre, in concomitanza con il matrimonio, Vittorio Emanuele II istituì anche l'Ordine della Corona d'Italia, un ordine cavalleresco. L'ordine era destinato a premiare coloro che si erano distinti al servizio della Nazione. Veniva conferito a persone che avevano compiuto azioni meritorie in vari campi, tra cui militare, civile e artistico.


Dopo il matrimonio, Umberto I e Margherita di Savoia si stabilirono a Napoli, in parte per strategie politiche. La decisione di far nascere l'erede al trono nel sud, a Napoli, fu una mossa intenzionale per cercare di guadagnare il favore delle popolazioni meridionali, molte delle quali erano nostalgiche dei Borboni, la precedente dinastia reale che aveva governato il Regno delle Due Sicilie.

La scelta di Napoli era una dimostrazione di sensibilità politica da parte dei Savoia per cercare di unificare il paese e placare eventuali tensioni regionali. Tuttavia, nonostante questa strategia, le tensioni regionali e culturali persistettero nel corso degli anni e furono uno dei fattori che contribuirono alle sfide politiche e sociali durante il regno di Umberto I.

Il fatto che Umberto e Margherita rappresentarono la famiglia reale durante importanti eventi politici, come la breccia di Porta Pia e la successiva visita a Roma, mostra come la monarchia cercasse di utilizzare l'immagine della famiglia reale per scopi politici, sottolineando l'unità e la continuità.

MARGHERITA DI SAVOIA: UN RUOLO IMPORTANTE

Per quanto concerne la relazione tra Umberto I e Margherita di Savoia, ci sono stati dei resoconti storici di tensioni e difficoltà nella relazione tra i due. Mentre la coppia ebbe un figlio, Vittorio Emanuele III, la relazione  non fu sempre armoniosa. .

Pare che Margherita avesse deciso di tornare da sua madre, ma poi, fu convinta dal suocero che avrebbe detto: "Solo per un futile tradimento vuoi andartene?"

È interessante notare come, nonostante le difficoltà personali, la famiglia reale fosse spesso chiamata a svolgere un ruolo di rappresentanza e simbolico nell'ambito politico e sociale, come nel caso della scelta di Umberto e Margherita di rappresentare la monarchia nella capitale italiana appena consolidata.

Margherita di Savoia è stata spesso elogiata per il suo ruolo nell'opera di riconciliazione tra le diverse fazioni dell'aristocrazia romana. Dopo la presa di Roma nel 1870, che pose fine allo Stato Pontificio e portò alla nascita del Regno d'Italia, ci furono tensioni tra le diverse fazioni politiche e sociali, comprese quelle "nera" che erano fedeli al Papa Pio IX.

Margherita, con la sua figura e il suo carattere, riuscì a guadagnarsi il rispetto e l'approvazione di molte persone, anche di coloro che erano storicamente legati al papato. La sua attenzione alle opere di beneficenza, il suo coinvolgimento nelle attività sociali e il suo spirito caritatevole contribuirono a costruire ponti tra le diverse fazioni, contribuendo a una maggiore riconciliazione.

Il suo impegno sociale e il suo ruolo di rappresentanza hanno lasciato un impatto positivo sulla sua immagine pubblica e sulle relazioni tra la monarchia e le diverse fazioni presenti nell'Italia dell'epoca.

Re d'Italia

Umberto I di Savoia divenne re d'Italia il 9 gennaio 1878, succedendo a suo padre, Vittorio Emanuele II, dopo la sua morte. Umberto I regnò come sovrano fino al suo assassinio il 29 luglio 1900. Durante il suo regno, l'Italia attraversò importanti cambiamenti sociali, politici ed economici.

Il primo tentativo di assassinio

Il periodo successivo alla proclamazione di Umberto I come re d'Italia nel 1878, Umberto e sua moglie Margherita visitarono varie città e regioni del nuovo Regno d'Italia, unificato solo dal 1870, nell'intento di stabilire una connessione più stretta tra la monarchia e le diverse parti del Paese.

 Durante queste visite, si cercò di consolidare l'immagine della famiglia reale e di promuovere l'unità nazionale. La tappa a Bologna e l'incontro con il poeta Giosuè Carducci, noto repubblicano, è interessante e testimonia gli sforzi di Umberto I e Margherita nel cercare di costruire un'immagine positiva e unificante del nuovo Stato.

Carducci, nonostante le sue simpatie repubblicane, fu colpito dalla regina Margherita e le dedicò l'ode "Alla regina d'Italia". Questo evento può essere considerato un esempio di come la famiglia reale cercasse di conquistare consensi e sostenitori anche tra coloro che avevano idee politiche diverse.

Il primo tentativo di assassinio contro Umberto I di Savoia avvenne il 17 novembre 1878 a Napoli. L'attentatore fu Giovanni Passannante, un calzolaio anarchico. Durante una visita del re a Napoli, Passannante cercò di colpire Umberto I con un coltello, ma non riuscì a infliggere ferite gravi. 

L'attentato non ebbe successo nel ferire mortalmente il re, ma contribuì a rafforzare le misure di sicurezza e la sorveglianza nei confronti della famiglia reale. La pena di morte di Passannante fu successivamente commutata in ergastolo, e visse il resto della sua vita in carcere, morendo nel 1910.

Triplice Alleanza

La Triplice Alleanza fu una coalizione militare formata nel 1882 tra Germania, Austria-Ungheria e Italia. L'accordo aveva l'obiettivo di proteggersi da potenziali minacce e rafforzare le posizioni di ciascun paese sullo scenario internazionale. Dal punto di vista italiano, la Triplice Alleanza era considerata un modo per garantire il supporto delle grandi potenze in caso di conflitto.

La scelta di Umberto I di Savoia di unirsi alla Triplice Alleanza con Austria e Germania nel 1882 fu motivata da diversi fattori. Innanzitutto, la Triplice Alleanza forniva un sostegno strategico e militare per l'Italia in caso di conflitti con potenze avverse. L'Italia era particolarmente preoccupata per le tensioni con la Francia, e la Triplice Alleanza sembrava offrire una protezione contro potenziali minacce francesi.

Inoltre, la Germania e l'Austria-Ungheria erano due potenze dominanti e conservatrici in Europa. L'adesione all'alleanza con queste nazioni poteva rafforzare la posizione internazionale dell'Italia e offrire opportunità per interessi comuni. In particolare, l'Austria-Ungheria era una vicina confinante con l'Italia, e una collaborazione più stretta con questa potenza avrebbe potuto contribuire a stabilizzare le relazioni nella regione.

La politica di alleanze di Umberto I e dei suoi successori rifletteva la realpolitik dell'epoca, dove le nazioni cercavano di consolidare le proprie posizioni attraverso alleanze bilaterali o multilaterali per garantire la sicurezza e promuovere i loro interessi nazionali.

Per quanto riguarda la politica coloniale dell'Italia durante il periodo di Umberto I, essa era incentrata principalmente sull'Africa. Nel contesto della "corsa per l'Africa" in cui le potenze europee competevano per acquisire colonie in Africa, l'Italia cercò di espandere il proprio impero coloniale. Il desiderio di affermarsi come potenza coloniale contribuì al coinvolgimento italiano in conflitti come la guerra contro l'Etiopia.

La politica coloniale dell'Italia, tuttavia, ebbe alti e bassi, con alcune operazioni militari che ebbero successo e altre meno fortunate. Ad esempio, la sconfitta nella battaglia di Adua in Etiopia nel 1896 fu un colpo significativo per l'orgoglio nazionale italiano.

È importante notare che la politica coloniale dell'Italia durante il regno di Umberto I contribuì a modellare gli eventi successivi, inclusa la partecipazione italiana alla prima guerra mondiale e le dinamiche coloniali del XX secolo.

Secondo attentato

Il secondo attentato del 22 aprile 1897 contro Umberto I, perpetrato da Pietro Acciarito, generò reazioni e sospetti da parte delle autorità nei confronti di esponenti socialisti, anarchici e repubblicani. Anche se Acciarito aveva affermato di agire da solo, le autorità ipotizzarono una possibile cospirazione anti-monarchica.

In seguito all'attentato, vennero arrestati diversi individui considerati sospetti, inclusi esponenti socialisti, anarchici e repubblicani. Tra questi fu arrestato anche Romeo Frezzi, un amico di Acciarito, apparentemente solo perché era in possesso di una foto dell'attentatore. Queste azioni erano spesso intraprese dalle autorità nell'ambito delle indagini sulla sicurezza e nella repressione di movimenti politici considerati minacciosi per l'ordine costituito.

Le conseguenze di questi episodi e delle relative indagini contribuirono a un clima di sospetto e tensione politica nell'Italia di quel periodo, caratterizzato da lotte e conflitti tra vari movimenti e l'autorità monarchica.

La morte di Romeo Frezzi dopo il suo arresto e interrogatorio fu un evento significativo e controverso. Frezzi morì il terzo giorno di interrogatorio, e inizialmente, ci furono speculazioni sulla causa del decesso, tra cui la possibilità di un suicidio o un aneurisma. Tuttavia, l'autopsia successiva rivelò che la morte era stata causata da torture inflitte dagli agenti di pubblica sicurezza nel tentativo di estorcere una confessione di connivenza con Pietro Acciarito.

Questo episodio contribuì ad alimentare il malcontento e le tensioni politiche in Italia. La morte di Frezzi e gli eventi correlati scatenarono sommosse popolari contro la monarchia, evidenziando le tensioni esistenti tra il governo monarchico e alcuni settori della popolazione.

 Questi eventi rientrano nel contesto delle lotte politiche e sociali che caratterizzarono l'Italia alla fine del XIX secolo, con tensioni crescenti tra i sostenitori della monarchia e vari movimenti di opposizione.

Morte 

Il 29 luglio 1900, il  re stava partecipando a una cerimonia di inaugurazione del concorso ginnico organizzato dalla società sportiva Forti e Liberi a Monza  quando Bresci gli sparò tre colpi di pistola. Umberto I morì sul colpo. L'assassinio ebbe un impatto significativo sulla politica italiana dell'epoca e contribuì a creare tensioni sociali e politiche. Dopo la morte di Umberto I, suo figlio Vittorio Emanuele III gli succedette al trono.

 Il 9 agosto 1900, fu celebrato il funerale religioso in sua memoria a Roma, nonostante il caldo torrido di quel giovedì, due folte ali di folla seguirono il feretro durante il corteo funebre. La sua morte ebbe un impatto significativo sulla politica e sulla società italiane dell'epoca, e la sua memoria fu commemorata in diversi modi.

Dopo il periodo di agitazione seguito all'assassinio di Umberto I di Savoia, la sua salma fu tumulata nel Pantheon di Roma accanto a quella del padre, re Vittorio Emanuele II. 

Il 13 agosto fu dichiarato giorno di lutto nazionale per commemorare la morte del sovrano. Questo gesto rifletteva l'importanza e l'influenza di Umberto I sulla storia italiana dell'epoca, nonostante le controversie politiche e sociali che avevano caratterizzato il suo regno.


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