"In questa terra antica, dove il vento sussurra segreti millenari tra nuraghi e olivastri contorti, esiste un regno nascosto agli occhi dei mortali. Nei meandri più profondi della roccia, là dove la luce del sole non osa penetrare, dimorano creature antiche quanto la Sardegna stessa.
I nostri avi le chiamavano Is Janas - le fate. Ma non lasciatevi ingannare da questo nome gentile. Queste figlie della notte, tessendo fili d'oro e d'argento nelle loro dimore di pietra, custodiscono segreti che si perdono nella notte dei tempi.
E sopra tutte loro, regna una figura avvolta nel mistero: Sa Rejna, la Regina delle Janas. Alta e maestosa, con lunghi capelli color del rame che brillano come fili di fuoco nella notte, governa questo popolo invisibile che danza nei raggi di luna.
Le nostre nonne ci hanno insegnato a temere e rispettare questi luoghi sacri, dove il confine tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti diventa sottile come un velo di seta. Oggi, attraverseremo insieme questa soglia antica, per scoprire i segreti di Sa Rejna e del suo popolo misterioso...
Ma state attenti: nelle Domus de Janas, le antiche case delle fate scavate nella roccia, il tempo scorre diversamente. E chi entra nel regno di Sa Rejna, potrebbe non tornare più lo stesso.
CHI SONO LE JANAS
"Nelle antiche leggende sarde, Is Janas appaiono come minuscole creature femminili, alte quanto un palmo di mano. Il loro segno distintivo è l'abito scarlatto, rosso come il sangue della terra, che ondeggia nella brezza notturna. I capelli, dicono gli anziani, sono dorati come i fili che tessono, e i loro occhi brillano di una luce soprannaturale che può incantare chi li guarda troppo a lungo.
Ma è nelle loro abilità che si cela la vera magia di queste creature. Le loro dita danzano su telai invisibili, tessendo stoffe preziose con fili d'oro e d'argento rubati alla luna. Si dice che le loro tele siano così sottili da poter passare attraverso un anello, eppure così resistenti da durare cent'anni. E quando la notte è più profonda, si librano nell'aria come foglie al vento, volando tra i nuraghi e le domus che portano il loro nome.
Il loro regno è quello delle tenebre. Al primo canto del gallo scompaiono nelle loro dimore di pietra, ma durante la notte... ah, durante la notte il loro potere si manifesta in tutta la sua forza. Il loro rapporto con gli umani è complesso come un'antica tela intrecciata: possono essere benevole, donando ricchezze e protezione a chi le rispetta, ma guai a chi osa disturbare il loro riposo o, peggio ancora, profanare le loro dimore sacre. Le storie raccontano di giovani spariti nelle grotte per aver deriso le Janas, e di altri tornati con doni preziosi per averle onorate.
Ma c'è chi sussurra che le Janas siano molto più di semplici creature fatate. Gli studiosi vedono in loro l'eco di antichissime sacerdotesse, custodi di culti dimenticati che precedono persino l'era dei nuraghi. Le loro case nella roccia, orientate verso il sorgere del sole, parlano di una sapienza astronomica perduta. I simboli incisi sulle pareti delle domus raccontano storie che nessuno sa più leggere, ma che le Janas ancora custodiscono.
In molti luoghi dell'isola, ancora oggi, le nonne insegnano ai bambini a lasciare piccole offerte vicino alle domus: un piattino di latte, alcune briciole di pane, un nastro rosso. Perché le Janas, dicono, non sono mai veramente scomparse. Continuano a tessere i destini degli uomini nelle profondità della terra sarda, in un tempo senza tempo, dove la magia antica non ha mai smesso di esistere.
Sa Rejna
Se le Janas sono creature di mistero, Sa Rejna è l'incarnazione stessa dell'enigma. Alta tre volte più delle sue sorelle, la Regina delle Janas si erge maestosa nelle viscere della terra sarda. Il suo mantello, tessuto con raggi di luna e ombre della notte, ondeggia nel vento sotterraneo come ali di corvo. I suoi capelli, dicono, sono serpenti di rame vivo che danzano intorno al suo volto regale, e la sua corona è forgiata con stelle cadute.
A differenza delle altre Janas, Sa Rejna non è vincolata al ritmo del sole. Il suo potere non svanisce all'alba, ma cresce e decresce con le fasi della luna. Si dice che possa trasformare le rocce in oro con un solo sguardo, e che il suo canto abbia il potere di far germogliare i semi dormienti nella terra o di inaridire interi campi. Nelle notti di luna piena, la sua voce echeggia nelle grotte più profonde, in una lingua antica quanto le pietre dei nuraghi.
Come regina, il suo compito è proteggere il confine tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. Sotto il suo comando, le Janas tessono non solo stoffa, ma il destino stesso della terra sarda. Ogni filo del loro telaio magico è una vita, ogni nodo un momento cruciale, ogni trama un legame tra passato e futuro. Sa Rejna vigila su questo lavoro eterno, garantendo che l'equilibrio tra i mondi non venga mai spezzato.
Le leggende su di lei sono innumerevoli come i granelli di sabbia del mare. Si narra che una volta, in un tempo remoto, un giovane pastore osò sfidare il suo potere, entrando nel suo regno sotterraneo durante la notte di San Giovanni. Sa Rejna, invece di punirlo, lo mise alla prova: se avesse resistito per sette notti alle sue danze magiche, gli avrebbe rivelato i segreti della terra. Il pastore accettò, ma al settimo giorno, stregato dalla sua bellezza sovrannaturale, dimenticò il mondo dei vivi e scelse di rimanere nel regno delle Janas per sempre.
Altri racconti parlano di come, durante le grandi siccità, alcune giovani donne coraggiose osassero cercare Sa Rejna nelle sue dimore sotterranee, portando in dono tessuti preziosi e pane fatto in casa. Si dice che la Regina, commossa dalla loro umiltà e dal loro coraggio, facesse sgorgare nuove sorgenti dalla roccia viva.
Ma il vero potere di Sa Rejna risiede nella sua conoscenza. Custodisce segreti più antichi dei nuraghi, più profondi delle grotte, più vasti del mare che circonda l'isola. È la memoria vivente della Sardegna, colei che ricorda ciò che tutti gli altri hanno dimenticato. Nei suoi occhi si riflettono le guerre e le paci di mille anni, le carestie e le abbondanze, i dolori e le gioie di un popolo intero.
E ancora oggi, nelle notti più silenziose, quando la luna piena illumina le domus de janas, si dice che si possa sentire il suo canto ancestrale, che risuona dalle profondità della terra fino alle stelle.."
RITUALI
"La Sardegna è punteggiata di queste antiche dimore, scavate nella roccia viva migliaia di anni fa. La necropoli di Sant'Andrea Priu, a Bonorva, è uno dei regni più maestosi di Sa Rejna. Qui, più di venti domus si aprono nella parete rocciosa come finestre su un altro mondo. Le camere più interne, dove nessuno osa entrare dopo il tramonto, conservano ancora tracce di pittura rossa - il colore sacro delle Janas.
A Sedini, la celebre 'Rocca di lu Coloru' si erge solitaria, gigantesca domus trasformata in abitazione umana. Gli anziani del paese sussurrano che i suoi abitanti hanno dovuto stringere patti antichi con le Janas per potervi dimorare in pace. Ogni anno, nella notte di San Giovanni, lasciano una ciotola di latte fresco e sette spighe di grano davanti alla porta - il tributo dovuto alle antiche proprietarie.
Ma è ad Anghelu Ruju, presso Alghero, che i rituali si fanno più intensi. In queste quaranta domus, intricate come un labirinto sotterraneo, i pastori ancora oggi seguono regole precise: mai entrare fischiettando, mai pronunciare il nome delle Janas, sempre lasciare un piccolo dono. 'Su dinari de is Janas' - la moneta delle fate - deve essere deposta in silenzio all'ingresso: un pezzo di pane fresco, un nastro rosso, un gomitolo di lana non filata.
A Puttu Codinu, le anziane raccontano di notti in cui il rumore dei telai magici risuona dalle profondità della terra. 'Mia nonna', racconta Maria di Villanova, 'una volta vide una processione di piccole luci rosse entrare nella domus più grande. La mattina dopo, trovò il suo telaio completamente riparato, anche se era rotto da mesi.'
I rituali per placare l'ira delle Janas sono precisi e non ammettono errori. Mai voltare le spalle all'ingresso di una domus quando ci si allontana. Mai entrare al tramonto o all'alba - sono le ore del loro passaggio tra i mondi. E soprattutto, mai, mai disturbare una Jana mentre tesse: la sua maledizione può durare sette generazioni.
A Sos Furrighesos, vicino a Anela, dove più di diciotto domus formano una città sotterranea, i pastori ancora seguono l'antica usanza di lasciare tre gocce del primo latte di primavera davanti alle tombe. 'È il tributo per la protezione del gregge', spiegano. 'Se le Janas sono soddisfatte, nessun agnello si perderà nella nebbia.'
Le testimonianze si tramandano di generazione in generazione. Antonio, pastore di Ottana, racconta: 'Mio nonno un giorno trovò un fuso d'oro all'ingresso di una domus. Lo riportò la sera stessa, lasciandolo dove l'aveva trovato. La mattina dopo, il suo gregge era raddoppiato. Le Janas premiano chi rispetta le antiche leggi.'"
CONCLUSIONE
"In questa terra antica, dove ogni pietra racconta una storia, le Janas e la loro Regina continuano a danzare nel confine sottile tra memoria e leggenda. Non sono semplici favole per bambini, ma custodi di una saggezza ancestrale che parla di rispetto per i luoghi sacri, di equilibrio tra mondi, di un tempo in cui gli umani sapevano ancora ascoltare la voce della terra.
Oggi, mentre il vento accarezza le domus millenarie e il sole tramonta dietro i nuraghi, queste credenze sopravvivono non come superstizione, ma come testimonianza viva dell'anima più profonda della Sardegna. In ogni telaio che batte nei paesi dell'interno, in ogni offerta silenziosa lasciata davanti a una grotta, in ogni storia sussurrata nelle notti di luna piena, rivive l'eredità di Sa Rejna e del suo popolo magico.
Forse, nel frenetico mondo moderno, abbiamo più che mai bisogno di ricordare questi antichi guardiani. Ci ricordano che esistono ancora luoghi dove il mistero è sacro, dove il confine tra visibile e invisibile si fa sottile come un filo di seta tessuto dalle Janas.
Se avete mai sentito storie sulle Janas nella vostra famiglia, se conoscete luoghi legati a queste antiche creature, o se avete visitato una delle domus che abbiamo esplorato insieme, condividete la vostra esperienza nei commenti. Ogni racconto è un filo prezioso nel grande telaio della memoria.
E la prossima volta che vi troverete davanti all'ingresso di una domus de janas, al tramonto, fermatevi un momento in silenzio. Forse, se ascolterete con attenzione, potrete sentire l'eco lontana del canto di Sa Rejna, che ancora risuona nelle profondità della terra sarda.
Commenti
Posta un commento