Vivere il Carnevale in Sardegna: un viaggio tra riti ancestrali e magia

[Introduzione]



Benvenuti in questo viaggio tra le tradizioni ancestrali e la magia del Carnevale sardo, un carnevale che affonda le sue radici in antichi culti pagani, ma che oggi si mescola con le celebrazioni moderne, mantenendo intatti i suoi simboli e rituali misteriosi.

Il Carnevale in Sardegna è un viaggio attraverso il tempo, che affonda le radici in antiche tradizioni pagane, per mescolarsi con la modernità e le celebrazioni cristiane. In tutta l’isola, il Carnevale non è solo una festa, ma un vero e proprio rito di passaggio, che segna il ritorno della vita e la rinascita della natura. Ogni paese custodisce le proprie maschere e rituali, che raccontano storie di antichi culti, leggende e legami con il mondo naturale.

Le maschere della Barbagia 

Uno dei Carnevali più affascinanti della Sardegna si svolge nella Barbagia, una regione caratterizzata da tradizioni antiche e misteriose. Qui, le maschere più celebri sono i Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada, che ancora oggi sono i protagonisti nelle strade del paese durante il Carnevale.

I Mamuthones, con le loro maschere animalesche e i pesanti campanacci, rappresentano forse gli antichi culti legati alla fertilità e al mondo agrario. I loro movimenti pesanti e le loro voci metalliche sembrano evocare la potenza della natura selvaggia, pronta a rinnovarsi con l’arrivo della primavera. La loro figura potrebbe essere la memoria di antichi riti agricoli che celebrano la rinascita della terra.

Gli Issohadores**: Contrapposti ai Mamuthones, gli Issohadores sono vestiti con abiti eleganti e portano con sé un laccio. Il loro ruolo è simbolico: attraverso il laccio, "catturano" gli spiriti, controllando così le forze invisibili che regnano sulla natura e sull'universo.

 I Thurpos di Orotelli 

A Orotelli, il Carnevale assume un aspetto ancora più misterioso  **Thurpos**. Thurpos" significa "storpi" o "ciechi" in lingua sarda, e queste maschere rappresentano figure grottesche e deformi, legate al mondo agropastorale. Il volto è annerito con fuliggine, e indossano abiti scuri e pesanti, tipici dei pastori sardi.

Indossano "su gabbanu", un pesante pastrano di orbace nero, e spesso portano campanacci legati al corpo. Non indossano maschere di legno, a differenza di altre maschere tradizionali sarde. Molti credono che i Thurpos siano legati a riti di esorcismo, utilizzati per scacciare gli spiriti maligni e purificare la comunità. La loro presenza durante il Carnevale potrebbe segnare la fine dell’inverno e la preparazione per il risveglio della natura.

Ma vi è anche un'altra spiegazione. I Thurpos rappresentano il mondo arcaico e selvaggio, legato alla vita dei campi e alla transumanza. La loro presenza ha una funzione apotropaica, ovvero sono considerati in grado di allontanare gli spiriti maligni e le forze negative. Il carnevale di Orotelli è una rappresentazione della vita quotidiana dei pastori, e i Thurpos ne sono i protagonisti.

 I Boes e i Merdules di Ottana 

Proseguiamo il nostro viaggio a Ottana, dove incontriamo i Boes e i Merdules, altre maschere iconiche del Carnevale sardo. I Boes, con la loro rappresentazione dei buoi, sono simboli di forza e fertilità, mentre i Merdules, con il loro aspetto grottesco, sembrano incarnare il caos primordiale.

I buoi, animali da lavoro per eccellenza, sono legati al ciclo agricolo, simbolo di rinascita e abbondanza. I Merdules, invece, con i loro tratti demoniaci, possono essere visti come una forma di protezione contro le forze oscure, rappresentando un antico rito di passaggio dalla morte alla vita.

 I Boes e i Merdules di Ottana, pur essendo una zona meno conosciuta rispetto ad altre aree della Sardegna per le sue maschere tradizionali, custodisce alcune figure di grande interesse, legate principalmente al carnevale. Ecco alcune delle maschere più significative:

  • Sos Corriolos di Neoneli:
    • Queste maschere rappresentano figure animalesche, con il volto coperto da una maschera di sughero o di pelle, e il corpo avvolto in pelli di animali.
    • Sos Corriolos si muovono in gruppo, emettendo suoni gutturali e agitando campanacci, in una sorta di caccia rituale.
    • Il loro significato è legato al mondo della pastorizia e alla rappresentazione della lotta tra l'uomo e la natura.
  • S'Urtzu e Sos Bardianos di Ula Tirso:
    • S'Urtzu è una maschera che rappresenta un orso, con il corpo ricoperto di pelli di cinghiale e un campanaccio legato alla schiena.
    • Sos Bardianos, uomini con il volto annerito e ricoperti di pelli di animale, inseguono e percuotono S'Urtzu, in una rappresentazione della caccia e della cattura dell'orso.
    • Questa maschera rappresenta il rapporto tra uomo e bestia.
  • Maschera a lenzolu di Aidomaggiore:
    • Questa maschera è caratterizzata da un lenzuolo bianco che copre completamente il volto e il corpo.
    • La maschera a lenzolu incarna figure spettrali e silenziose, che si aggirano per le vie del paese durante il carnevale.
    • Il loro significato è legato al mondo dei morti e degli spiriti.
  • Sos Cotzulados e Sos Corrajos:
    • Sono maschere che rappresentano figure grottesche e animalesche, con il volto coperto da maschere di sughero o di pelle e il corpo avvolto in pelli di animali.
    • Il loro significato è legato al mondo della pastorizia e alla rappresentazione della lotta tra l'uomo e la natura
  • Queste maschere, pur non essendo famose come i Mamuthones o i Boes e Merdules, rappresentano una testimonianza importante delle tradizioni carnevalesche dell'Alto Oristanese, e meritano di essere conosciute e valorizzate.

In tutto il Carnevale sardo, gli animali giocano un ruolo fondamentale. Le maschere che rappresentano buoi, capre e altri esseri del mondo animale sono emblemi di forze naturali primordiali. In molte culture mediterranee, gli animali simboleggiano il potere della terra, la fertilità e la rinascita. Il Carnevale, dunque, non è solo una festa, ma un vero e proprio rito di passaggio, che segna il passaggio dall’inverno alla primavera, dalla morte alla vita.

Riti di Passaggio: Dal Buio alla Luce

Il Carnevale in Sardegna è anche un rito di passaggio, che segna il passaggio dall'inverno alla primavera, la stagione della rinascita. Le maschere e i rituali carnevaleschi possono essere visti come un modo per purificare l'anima e prepararsi al nuovo ciclo vitale, proprio come un antico rito di fertilità che celebra la resurrezione della natura.

La Sardegna, come molte altre regioni mediterranee, è stata teatro di una fusione tra tradizioni pagane e cristianesimo. Sebbene il Carnevale sia oggi una festa cristiana, le sue radici sono profondamente pagane. Le maschere, i riti e le danze sono il retaggio di un mondo antico, che celebra la carne e la vita prima della Quaresima, periodo di sacrificio e penitenza.

Il Carnevale in Sardegna non è solo una festa di divertimento e maschere colorate. È un ponte tra passato e presente, una celebrazione di riti ancestrali che continuano a vivere nei cuori delle persone. È una danza tra il sacro e il profano, tra la natura e la spiritualità, che ci ricorda l’importanza di rispettare e onorare le forze misteriose che regolano il nostro mondo.

Conclusione Finale: Un Legame Profondo con la Terra

Tutto ciò è più di un semplice Carnevale, è l'essenza di una terra che, pur depredata da popoli stranieri per secoli, ha mantenuto la sua identità ancestrale, connessa con il vero bene per l'essere umano: *la natura*. Maschere di diavoli che hanno un'anima, indossate da differenti generazioni, occhi che hanno condiviso il silenzio e l'immensità di una terra chiamata Sardegna. Nonostante l'immensa cultura millenaria, ancora oggi, leggo e vedo beceri commenti e video da alcune persone nei confronti della mia terra.

Peccato per voi, poiché non avete alcune idea quale emozione si cela nel guardare l'orizzonte dalle mie montagne, e a pochi chilometri perdermi poi nell'immensità del mio mare. Perché la Sardegna, con la sua forza ancestrale, è la casa dove il passato e il presente si fondono, dove le tradizioni vivono e respirano nei cuori di chi sa ascoltarle.



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