ONG HAT: viaggio interdimensionale nel New Jersey

Il nostro viaggio ci conduce nel cuore delle Pine Barrens della contea di Burlington, nel New Jersey. Negli anni 30' fu fatta un'indagine da un giornalista di nome Henry Charlton, che guardando la mappa del territorio, si imbatte in un piccolo borgo contrassegnato con il nome di ONG HAT, in italiano 'Il Capello di Hat'. Lui e un fotografo decidono di andare sul posto per indagare. Il viaggio gli conduce attraverso luoghi misteriosi dell'entroterra del New Jersey, che negli anni avvenire avrebbero ispirato nuove storie di luoghi di viaggi interdimensionali. Negli anni 30'  il modo migliore per raggiungere Ong Hat era quello di guidare nella strada asfaltata adiacente a Pemberton. La lunga strada attraversava chilometri di foresta desolata, torbiere di mirtilli rossi e cedri abbandonati. Oggi la road pur seguendo lo stesso percorso è ben asfaltata e mantenuta: non dovrai fare altro che viaggiare a sud di Pemberton nella vecchia Magnolia Road Tavern. 

Storia di Ong Hat

Secondo le cronache, Ong Hat fu fondata prima degli Stati Uniti d'America. Il 5 febbraio 1631, la nave Lyon arrivò nel porto di Boston da Bristol dall' Inghilterra. All'interno della nave vi era Francis Ong, sua moglie Francis; e figli Simon, Jacob e Isac. Gli Ong lasciarono l'Inghilterra per motivi religiosi. Sul finire del 1600 e inizi del 700' gli Ong diventarono dei grandi proprietari terrieri e venditori di cedri. Nel 1834, la Gazzetta di Thomas Gorden ci narra come un secolo prima miglia di acri fossero diventatati di proprietà degli Ong, al punto da intitolare una cittadina in loro nome ONG HAT, o meglio in onore del capello di seta di Jacob, che divenne insegna persino di una della prima taverne registrate nelle zona.

I fatti

 Il villaggio di Ong Hat ha continuato a esistere fino al 1917, quando iniziarono dei fatti sconcertanti: un venditore ambulante di pini di nome John Zimbacke e sua moglie scomparvero misteriosamente dalla loro casa. Nove anni dopo, i fratelli Orville e Joseph Carpenter si imbatterono nel cranio della donna mentre erano a caccia di cervi lungo le frange di una palude di mirtilli rossi a nord del villaggio. Arrivati sulla scena, i detective della contea di Burlington, guidati da Ellis Parker, trovarono le ossa di John sparse per quasi due miglia. Il sospetto cadde sul figlio della coppia, ma del quale non si ebbe alcuna traccia. Otto anni più tardi un altro crimine portò alle cronache Ong Hat: un contadino di nome Ellwood Anderson stava guidando da Mount Holly direzione le paludi di Reed, quando vide un veicolo fermo sul ciglio della strada. Al suo interno l'uomo scorse due uomini senza vita, preso dal panico andò verso la sua macchina, ma non lontano vide un altro corpo per terra esamine. Inorridito si diresse verso la prima caserma della polizia. A loro arrivo gli agenti scoprirono che gli uomini erano stati freddati da un fucile a doppia canna. Il proibizionismo era appena iniziato, e si sapeva che i tre giovani erano membri di una banda. Le indagini portarono a sapere che il trio aveva pianificato di fare irruzione a Trenton, ma la malavita ebbe la soffiata e i tre furono giustiziati nel boschi non lontano a Ong hat.

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Quando Henry Charlton Beck visitò il villaggio alla fine degli anni 1920, poté
notare un luogo diventato poco più che una radura con case fatiscenti. Il giornalista fu a conoscenza dell'esistenza di un ultimo residente, un certo Eli Freed, allora settantanove anni, il quale si era trasferito  da Chicago. A Ong Hat, disse di aver pulito venti acri di terra e aver costruito una casa con l'aiuto di un uomo chiamato Amer. Le cronache di trent'anni fa narrano che nel villaggio si trovava anche praticante della magia tantrica e sciamanica Wali Fard, che tornato in America dopo la caduta dell'Afghanistan acquistò 200 acri di terra vicino a Ong Hat. Molte persone che lo seguirono da New York, fondando l'Ashram di scienza moresca.

Dieci anni dopo, l'ashram divenne un luogo di rifugio per altri mori ed emarginati. Tra i nuovi residenti, che vivevano in una serie di baracche, c'erano anche Frank e Althea Dobbs, fratelli e scienziati. Joseph Matheney, uno degli autori degli Incunabula Papers, afferma che i Dobb erano scienziati che persero la loro cattedra all'Università di Princeton, quando presentarono una tesi basata sul "caos cognitivo" - un sistema scientifico e filosofico che affermava che gli schemi di pensiero  potrebbero influenzare le funzioni autonome e la riparazione dei tessuti causando l'invecchiamento.

All'ashram, i due scienziati ripreso i loro esperimenti scoprendo che i modelli di pensiero, specialmente con l'uso della deprivazione sensoriale, avrebbero il potere di condurre un individuo a dei viaggi interdimensionali. I fratelli progettarono una serie di "navi" che secondo loro faciliterebbero il viaggio. In base ai dei racconti si narra che una notte fu fatto irruzione nei laboratori per distruggere ogni cosa, forse dalla stessa NASA. Alcuni sostengono che i gruppi di rifugiati se ne fossero andati prima che avvenisse il raid, stabilendosi in un universo parallelo, sempre in una città di nome Ong Hat. Già i primi blog di metà anni 90' americani hanno raccontato di Ong Hat come di un luogo strano, carico di mistero e teatro di riti esoterici e di cospirazione.

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