La Mummia di Altai: la Principessa Ukok di 4400 anni fa



La "Mummia di Altai" è il nome dato a una mummia ben conservata scoperta nel 1993, nella regione di Altai, in Siberia. La mummia è stata datata tra il 2.400 e il 2.800 a.C. ed è considerata una delle mummie più importanti e significative mai scoperte.

Soprannominata "Ötzi siberiano" in vitrù della somiglianza con la mummia di Ötzi, un uomo del Neolitico scoperto nel 1991 nelle Alpi italiane. Come Ötzi, la mummia dell'Altai è stata trovata con un gran numero di oggetti e attrezzature che forniscono importanti informazioni sulla vita delle persone in quel periodo storico.

Morta presumibilmente intorno tra i 20 e 30 anni, la Principessa Ukok fu ritrovata nella tomba insieme a oggetti di valore e altri beni funerari, come animali sacrificati e una carrozza. La morte avvenne a seguito di un trauma cranico, dovuto da una caduta da cavallo. Gli studi del DNA hanno mostrato che la principessa apparteneva al gruppo etnico dei Saka, nomadi guerrieri della regione di Altai.

Attraverso l'analisi con la risonanza magnetica, è stato scoperto che la principessa soffriva di osteomielite, una malattia ossea infettiva, sin dall'adolescenza. Inoltre, gli esami hanno mostrato che aveva un tumore al seno destro, già in stato avanzato e che aveva causato la formazione di metastasi in altre parti del corpo, come i polmoni e il fegato. Questa è la prima volta che viene identificato un tumore al seno in una mummia antica.

Queste scoperte sono state molto importanti perché hanno fornito informazioni sulla salute nelle popolazioni antiche, dimostrando che queste malattie esistevano anche in passato.

La mummia dell'Altai era geneticamente correlata alle popolazioni native americane, il che suggerisce che le popolazioni umane si sono diffuse dall'Asia verso l'America del Nord molti millenni fa.

La Mummia dell'Altai viene anche chiamata anche "Principessa Ukok" a seguito dei tatuaggi presenti sul suo corpo, considerati un simbolo di alto rango nella cultura della popolazione di Pazyryk.

 Il corpo della principessa era circondato da molti oggetti di valore, come gioielli d'oro, braccialetti di pietre preziose e una sorta di copricapo a forma di piuma.

I tatuaggi molto elaborati sul suo corpo sono stati eseguiti con una tecnica a puntini. Sono presenti motivi simbolici come animali, creature mitologiche, simboli cosmici e divinità.

Si crede che rappresentassero il suo alto rango sociale e la sua connessione con il mondo spirituale. La cultura della popolazione di Pazyryk, era nota per la pratica del tatuaggio e credenze che i tatuaggi potessero proteggere la persona che li portava e guidarla nella vita dopo la morte.

MALEDIZIONE

Dopo aver scoperto la mummia della Principessa Ukok, gli archeologi, sotto la guida di Natalia Polosmak, la trasferirono in elicottero insieme al suo sarcofago per essere portata a Novosibirsk, la capitale della Siberia.

Il museo di scienze naturali di Novosibirsk ha eseguito delle analisi, esami del DNA, prelievi di tessuti sulla mummia e fu conservata in una cella a temperatura costante di 18 gradi. 

Durante il volo in elicottero, tuttavia, il mezzo subì un guasto imprevisto e atterrò miracolosamente con il motore in panne. Dopo questo evento, la principessa fu trasferita in automobile. 

Gli sciamani della regione cercarono di diffondere tra la popolazione locale il loro vaticinio terribile: nessuno avrebbe dovuto toccare le sacre reliquie della principessa degli Altai, perché ciò avrebbe scatenato la rabbia del cielo e della terra.

Dopo la traslazione della mummia della Principessa Ukok, la regione di montagna fu colpita da una serie di calamità naturali, come terremoti, frane e siccità, causando la morte di animali e una serie di suicidi tra la popolazione. Questo evento spinse la popolazione a ricordare la mummia della principessa e a chiedere il suo ritorno nella regione.

La richiesta di ritorno delle "sacre reliquie" fu fatta dai villaggi distrutti di Beltir e Oroktoi, e sostenuta da una petizione con migliaia di firme di taglialegna, allevatori di cervi Maral, pastori, mungitrici di capre, trattoristi, maestri d’erbe, professori e senzatetto. 

Anche il sindaco si unì alla richiesta. Secondo gli sciamani locali, la pace e il benessere sarebbero ritornati solo quando la Principessa Ukok sarebbe stata ricondotta nel suo luogo d'origine.

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