Il funzionamento della ghigliottina e teste decapitate vigili
La ghigliottina è un dispositivo di esecuzione progettato per decapitare rapidamente la testa di una persona. Introdotta in Francia alla fine del XVIII secolo, divenne lo strumento principale per le esecuzioni durante la Rivoluzione Francese.
Costruita con una struttura verticale di legno, che sorreggeva una lama pesante con un angolo inclinato. Il meccanismo era semplice ma efficace:
1. **Posizionamento del condannato**
- Il condannato veniva legato e fatto sdraiare su una panca scorrevole.
- Il collo veniva posizionato in un'apertura semicircolare sulla base della struttura.
2. **Blocco del collo**
- Una tavoletta mobile veniva abbassata sopra il collo per impedirne il movimento.
3. **Rilascio della lama**
- Un boia azionava una leva o una corda per sganciare la lama pesante, che cadeva lungo delle guide laterali.
4. **Decapitazione istantanea**
- La lama, grazie alla sua inclinazione e al peso, recideva rapidamente il collo.
- La testa cadeva in un cesto sottostante.
Progettazione e Obiettivi
La ghigliottina fu progettata per rendere le esecuzioni più rapide, meno dolorose e più "umanitarie" rispetto ai metodi precedenti, che spesso causavano sofferenze prolungate (come l’ascia o la ruota), ma nella pratica divenne un macabro spettacolo. L'idea venne al medico Joseph-Ignace Guillotin, ma il dispositivo fu perfezionato da Antoine Louis e costruito da Tobias Schmidt.
L’idea di una morte “più umana”
Joseph-Ignace Guillotin, il medico da cui il dispositivo prende il nome, era contrario alla tortura e voleva un sistema di esecuzione rapido, egualitario e "indolore". Prima della ghigliottina, le esecuzioni avvenivano con:
- Ascia o spada, che spesso richiedevano più colpi.
- Impiccagione, che poteva causare una morte lenta per strangolamento.
- Ruota e squartamento, metodi estremamente crudeli.
La ghigliottina garantiva invece una morte immediata, indipendentemente dalla classe sociale del condannato.
Ma divenne uno spettacolo crudele
Nonostante le intenzioni, la ghigliottina si trasformò in uno spettacolo pubblico. Durante il Terrore (1793-1794), con migliaia di esecuzioni, la gente si radunava nelle piazze per assistere. In Place de la Révolution, a Parigi, alcuni portavano cibo e si intrattenevano come fosse un evento teatrale.
Si racconta che alcuni boia diventassero vere celebrità, e si diffuse la leggenda che le teste ghigliottinate mostrassero ancora espressioni o tentassero di parlare per qualche secondo dopo la decapitazione.
Quindi, sebbene fosse pensata come un metodo più umano, il suo utilizzo sfociò in un terribile spettacolo di massa, rendendo la sua fama così cupa. La teoria secondo cui le teste ghigliottinate rimanessero vigili per qualche secondo dopo la decapitazione ha sempre affascinato e inquietato gli storici e gli scienziati.
Le testimonianze storiche
Diversi testimoni dell'epoca riportarono che, dopo la decapitazione, alcune teste sembravano muovere gli occhi, aprire la bocca o cambiare espressione per alcuni istanti. Il caso più famoso è quello del medico Beaurieux, che nel 1905 eseguì un esperimento su un condannato. Beaurieux affermò di aver chiamato il nome del decapitato subito dopo l’esecuzione e di aver visto i suoi occhi fissarlo per alcuni secondi prima di spegnersi definitivamente.
Altri boia e testimoni raccontarono episodi simili, alimentando il mito di una breve consapevolezza post-mortem.
La spiegazione scientifica
Oggi la scienza ritiene che, sebbene la morte cerebrale sia quasi istantanea per mancanza di ossigeno, è possibile che il cervello rimanga attivo per alcuni secondi. Questo avviene perché:
- Il cervello non smette immediatamente di funzionare dopo la decapitazione.
- L'ossigeno presente nel sangue potrebbe permettere qualche riflesso muscolare per pochi secondi.
- I movimenti facciali potrebbero essere spasmi involontari più che segni di coscienza.
Tuttavia, la scienza non può confermare con certezza che i condannati abbiano realmente percepito qualcosa. Si pensa che, anche se il cervello restasse attivo per alcuni istanti, la perdita di coscienza sarebbe praticamente immediata a causa del drastico calo di pressione sanguigna.
Quindi, sebbene l’idea sia affascinante e inquietante, è improbabile che una testa ghigliottinata fosse davvero cosciente nel vero senso della parola.
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