La ghigliottina: lo spettacolo preferito dei Parigini

 


L'uso della ghigliottina in Francia divenne presto uno spettacolo irrinunciabile per i parigini. Col passare del tempo l'esecuzione tramite ghigliottina venne quasi percepita come una sorta di festa nella quale non era importante chi fosse il condannato, ma sull'abilità del boia!

La Francia ha abolito l'uso della ghigliottina alla fine degli anni '70, per essere precisi: il 10 settembre 1977, quando venne condannato tramite pena capitale il criminale tunisino Hamida Djandubi.

Quarant'anni prima fu la volta di Eugen Weidmann, quando l'uomo fu  condotto verso la ghigliottina e venne messo sotto il macchinario, si racconta che la folla di parigini iniziò ad applaudire, fischiare, urlava e sembrava divertirsi per il macabro evento.

LO SPETTACOLO DELLA GHIGLIOTTINA 

Qualcuno tra le persone filmò segretamente l'intera scena. Da quel giorno, il governo francese decise di non eseguire più nessuna pena capitale in pubblica piazza, ma in privato, nel cortile della prigione. Questo voleva dire, non dover più montare e smontare il macchinario ma tenerlo fisso nel cortile, e lasciare che il boia non avesse pressioni da parte di migliaia di persone.

Con una ghigliottina fissata nel terreno era più facile fare una regolare manutenzione, inoltre essendo nel cortile di una prigione toglieva la pressione della folla che si scatenava per la strada. 

Quando ancora le decapitazioni venivano eseguite in pubblica piazza, i bar e pub si riempivano di clienti che si preparavano ad assistere alla decapitazione. I proprietari di edifici con vista sull'evento vendevano posti dalle finestre a coloro che desideravano una veduta privilegiata. La morte per esecuzione divenne un business a tutti gli effetti. 

C'era chi come i ragazzi si appendevano ai rami degli alberi vicini alla ghigliottina nella speranza di vedere qualcosa.  Per quanto il problema sembrava essere risolto dentro il cortile del carcere, i curiosi provarono in tutti i modi a sbirciare per vedere un un uomo perdere la capoccia.

NEL CORTILE DEL CARCERE

Per ovviare a questo caos si pensò di inviare un comunicato stampa al giornale locale con le informazioni sulla programmazione. Altre volte, gli orari non venivano annunciati e le persone più violente si riunivano lo stesso intorno ai dipendenti della prigione, cercando quasi di sfondare il portone del carcere per assistere allo spettacolo. Alla fine degli anni '30, i fan della ghigliottina erano visti come dei veri teppisti.

Quando l'isteria per la ghigliottina divenne ancor più dilagante, i dipendenti della prigione si videro costretti ad assemblare la ghigliottina nel cuore della notte per eseguire l'esecuzione al mattino presto, nella speranza di evitare folle assetate di sangue. Ma non fu proprio così. La ghigliottina attirava sempre una grande folla. 

ASPETTO SINISTRO

Con un aspetto sinistro, la ghigliottina fu progettata per eseguire rapidamente l'esecuzioni. La lama di metallo angolata posta in alto, era ben visibile alla folla che felice assisteva a quello spettacolo. Quel macchinario appariva quasi come una bestia pronta a colpire la propria preda.

Dal design spartano, era costituita da un rettangolo di legno molto alto e stretto, simile a una cornice di una finestra, eccetto che al posto di un pannello scorrevole, aveva una grande lama di acciaio pesante che, in teoria, avrebbe dovuto effettuare un taglio netto.

La testa cadeva delicatamente in un cesto nel quale al suo interno veniva riempito di segatura per assorbire i liquidi che colavano dalla testa decapitata. Il resto del corpo posto messo in una bara molto modesta.  

L'efficienza era quasi spaventosa quanto il meccanismo stesso. Una delle prime cose che si vedevano era una processione di carri di legno traballanti che trasportavano i condannati alla ghigliottina.

RIVOLUZIONE FRANCESE

Durante la Rivoluzione francese, la ghigliottina riusciva a decapitare 12 persone ogni 13 minuti. Nel corso del tempo, l'efficienza della ghigliottina migliorò, ancora di più grazie al boia Charles-Henri Sanson, il boia che taglio la testa a Luigi XVI. Sanson testò personalmente la macchina su animali e cadaveri.

Il primo essere umano a essere decapitato da Sanson tramite ghigliottina fu Nicolas Jacques Pelletier. Fu anche la prima volta della storia a essere la ghigliottina mostrata in pubblico. La precisione con cui la testa di Pelletier si staccò dal suo corpo fu strabiliante, lasciando esterrefato lo stesso Sanson. 

Un testimone oculare disse: "Gli stessi carri usati a Parigi per trasportare legna, tavole erano poste su di essi come sedili. Su ogni tavola sedevano due e talvolta tre vittime. 

Le loro mani erano legate dietro le spalle, e il continuo sobbalzo del carro faceva loro abbassare e alzare la testa, per grande divertimento degli spettatori.

Le folle che si radunavano intorno alla ghigliottina non erano sempre chiassose. Anzi, era comune che gruppi di donne presenti lavorassero a maglia e conversassero mentre si riunivano intorno alla ghigliottina.

UNA NUOVA FORMA DI INTRATTENIMENTO

 Chiamate tricoteuses, queste donne inizialmente si riunivano per dibattiti governativi locali, ma le autorità alla fine vietarono alle signore di partecipare alle assemblee pubbliche, quindi si rivolsero alle ghigliottine per l'aspetto di intrattenimento.

Vennero persino creati dei piccoli gadget in onore delle esecuzioni con la ghigliottina, inclusi i berretti frigi. Nonostante le loro origini domestiche, le donne divennero associate a un desiderio di sangue e rabbia, man mano che la Rivoluzione francese avanzava. Si diceva che le tricoteuses sviluppassero una reputazione violenta e piena d'odio. 

Sia cattivo che bravo, il boia assieme alla ghigliottina era l'attore principale. E poiché la ghigliottina offriva un approccio figurativamente distante alla pena capitale, gli esecutori non si sentivano nemmeno particolarmente colpevoli per aver messo fine alla vita di un altro uomo.

Gli esecutori si concentravano sulla macchina stessa, piuttosto che su ciò che la macchina stava facendo a un altro essere umano. Si occupavano anche della preparazione della ghigliottina e della pulizia dopo l'evento. 

Curiosamente, i parigini pensavano che la velocità dell'esecuzione tramite ghigliottina rimuovesse parte delle connessioni religiose e sociali tra la morte e l'esecuzione, attenuando l'aspetto emotivo dello spettacolo.

TROPPO VELOCE

Inizialmente, al pubblico non piacque la velocità di esecuzione della ghigliottina: un macchinario troppo freddo e clinico. Nei primi tempi, la folla gridava, a quanto pare, "Ridateci il nostro patibolo di legno e l'ascia". 

Molti dei condannati alla ghigliottina, ma non tutti, hanno avuto le loro ultime parole registrate per la posterità. Prima della sua esecuzione nel 1793, il re Luigi XVI rivolse un discorso alla folla, dicendo loro: 

"Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono stati imputati. Perdono coloro che hanno causato la mia morte e prego Dio affinché il sangue che state per versare non cada mai sulla Francia"

Gli ufficiali si aspettavano che i condannati rimanessero saldi di fronte alla morte, ma non tutti si attennero a ciò. La favorita di Luigi XV, Madame Du Barry, supplicò la folla, e forse il suo boia, di concederle un altro momento. Marie Antoinette, secondo alcuni resoconti, pronunciò le sue ultime parole come scusa al suo boia, per avergli pestato il piede.

CONCLUSIONI

Sebbene l'invenzione della ghigliottina fosse presumibilmente più umana e meno sanguinolenta rispetto ad altri metodi, le folle continuavano ad assistere aspettandosi di che il condannato potesse patire le pene dell'inferno.

 Alcuni boia alimentavano il bisogno della folla di sangue e brutalità, alzando trionfalmente la testa del decapitato di turno, per farla vedere alle masse.

Quando Charlotte Corday morì per mano della ghigliottina nel 1793, il boia sollevò la sua testa e le diede uno schiaffo sulle guance, facendole arrossire il volto secondo quanto riferito. Uno spettatore scrisse di questo incidente, notando che gli occhi sembravano conservare un attimo di lucidità.

 E c'era uno sguardo orripilante della stessa folla che si rivolgeva alla testa del decapitato, come se fosse consapevole della situazione ignominiosa.

La quantità di sangue caduta sulla ghigliottina causava dei terribili odori, spingendo i residenti nelle sue vicinanze a lamentarsi. A volte il sangue del prigioniero condannato diventava oggetto di venerazione, come quando la folla si affrettava a intingere i fazzoletti nel disordine sanguinolento lasciato dal re Luigi XVI. La ghigliottina potrebbe aver cambiato lo spettacolo della morte, ma non l'ha eliminato del tutto."

Tu cosa ne pensi? Grazie per aver guardato il video.

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